Daniele Mastrogiacomo, l'inviato di La Repubblica, rapito dai talebani è stato rilasciato grazie al fondamentale aiuto dell'associazione umanitaria EMERGENCY e del suo fondatore, GINO STRADA, che hanno negoziato con i rapitori. Tale associazione di medici che copre uno spazio essenziale nella vita dell'Afghanistan martoriato dalle mine e dalle guerre, è riuscita là dove la diplomazia internazionale ha fallito.
Lo stesso Mastrogiacomo ha raccontato la sua prigionia durata 15 lunghissimi giorni in cui ha visto uccidere il suo autista sotto i suoi occhi.
Ora, come si può leggere su L'ORIENTE VICINO, è il momento della riflessione su queste due settimane. "E’ ancora possibile fare i reporter nelle zone a rischio senza essere, per forza aggregati a unità militari con tutte le limitazioni che questa posizione comporta? Si deve rinunciare a raccontare? Ormai gli spazi di chi vuole muoversi sul teatro dei conflitti sembrano ridotti al lumicino. Se si evitano i proiettili, si rischia di diventare facile boccone per la stessa guerriglia che si vorrebbe descrivere, analizzare, capire e far capire ai propri lettori. In Afganistan chi si azzarda a uscire dagli accampamenti e dalle basi della Nato diventa una preda indifesa". Continua »
1 commento:
questi reporter sono veramente coraggiosi mettendo a rischio la vita per poter darci qualque informazione,per poter sapere qualcosa sulla situazione.Speriamo siano anche liberati Rahmatullah e Adjmal e tanti altri...
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