martedì 30 gennaio 2007
lunedì 29 gennaio 2007
TINTORETTO A MADRID
domenica 28 gennaio 2007
LA QUALITÀ DELLA VITA ITALIANA
Testo da La Repubblica
venerdì 26 gennaio 2007
Marchesini-Lopez-Solenghi in "Bella Figheira"
I SEGRETI DI ROMA
giovedì 25 gennaio 2007
Vasco Rossi - Basta Poco
martedì 23 gennaio 2007
'O SISTEMA
lunedì 22 gennaio 2007
Cade un altro tabù in Rai: coppia gay con figlia in 'Un medico in famiglia'
domenica 21 gennaio 2007
I PACS SECONDO PAOLO ROSSI
Gustatevi queste divertentissime immagini e se volete, diteci che cosa ne pensate della polemica italiana.
GLI OSTACOLI DEL CUORE DI ELISA E LIGABUE
Ligabue ed Elisa formano una coppia inedita che è balzata in cima alle classifiche di vendita con un singolo scritto da Ligabue che ha raccontato: "Ho scritto questa canzone così diversa dalle mie corde e ho pensato subito a lei".
Ve la offriamo con il testo che scorre tra i sottotitoli in modo che la possiate anche cantare (visto che in aula non lo volete fare!...)
BUON DIVERTIMENTO!
giovedì 18 gennaio 2007
BORSE DI STUDIO DELL'IVAJ
La "Conselleria de Benestar Social" offre 50 borse di studio per corsi di lingue da realizzarsi nell'anno 2007. Le borse possono essere richieste da giovani lavoratori che siano iscritti al 4º o al 5º anno della E.O.I., o che abbiano conseguito il certificato di grado superiore della lingua per la quale si richiede la borsa nell'anno 05-06.
I corsi richiesti devono avere una durata di tre settimane e sono da realizzarsi prima del 3o novembre del 2007.
Altri requisiti sono: avere un' età compresa tra i 20 e i 30 anni e avere percepito un minimo di entrate durante il 2005.
Il bando appare nel DOGV nº 5414 del 26 dicembre 2006.
Le domande possono essere presentate fino al 27 gennaio 2007.
Le borse non potranno essere richieste dalle persone che abbiano ottenuto borse di studio per corsi all'estero concesse dalla Generalitat Valenciana o da altre Amministrazioni Pubbliche per lo studio della stessa lingua negli ultimi tre anni.
Per ulteriori informazioni vi potete rivolgere all'IVAJ (C/ Hospital, 2-baixos) o consultare la sua pagina web . Presso la nostra scuola potete richiedere i moduli per le domande in Bidelleria.
LAPSUS, SE LA SCIENZA ASSOLVE L'INCONSCIO
"Certo, se una persona usa il termine "madre" al posto di "moglie" probabilmente qualche significato profondo esiste" spiega Alberto Oliverio, psicobiologo del Cnr e dell'università La Sapienza. "Ma a volte l'errore sta tutto nel richiamare dalla memoria lo schema motorio sbagliato. A ogni parola è associato infatti un determinato movimento dei muscoli dell'apparato fonatorio. Il cervello può sbagliarsi, ripescare dalla memoria e "mandare in onda" lo schema motorio sbagliato". Un tipico esempio di lingua che inciampa è il "Romolo e Remolo" dell'allora premier Silvio Berlusconi.
Testo da La Repubblica e immagine da Internet
mercoledì 17 gennaio 2007
17 ANNI DOPO: SVOLTA NEL DELITTO DI VIA POMA
Il caso ritorna prepotentemente alla ribalta dopo le rivelazioni della trasmissione televisiva "MATRIX" DI ENRICO MENTANA, rivelazioni per le quali il conduttore e una giornalista sono ora indagati per "pubblicazione di atti riservati" .
Un morso sul seno sinistro, che lasciò tracce di saliva su un corpetto rosa. Sarà questo forse a sciogliere il mistero di via Poma, del delitto della giovane Simonetta Cesaroni, uccisa il 7 agosto del 1990 con 29 coltellate in un palazzo di Prati. I carabinieri del Ris di Parma oggi consegneranno al pm Roberto Cavallone i risultati delle analisi condotte con tecniche avveniristiche. E il dna ritrovato nella saliva sul reggiseno di Simonetta apparterrebbe ad un ex fidanzato della vittima, che all'epoca del delitto si era appena lasciata con Raniero Busco, un giovane operaio dell'Alitalia. Ma alcune testimonianze venute alla luce dopo potevano far pensare anche ad un altro rapporto iniziato all'indomani della rottura. Non solo. Dagli esami dei Ris sul pasto fatto da Simonetta prima di morire l'ora del delitto sarebbe retrodatata dalle sei alle tre di quel pomeriggio, un elemento che metterebbe fuori gioco degli alibi accertati nelle prime settimane delle indagini. Così, a 17 anni di distanza, arriva l'ultima svolta nel giallo di via Poma. A dare la notizia dell'identificazione del dna è stato ieri notte Enrico Mentana, durante una puntata speciale di Matrix. Grazie ai prodigi della scienza forse si potrà venire a capo del misterioso caso: Simonetta, 20 anni, venne trovata seminuda, trafitta con furia dalle coltellate, al terzo piano dello stabile di via Poma 2, dove lavorava. Addosso solo pochi indumenti intimi e nessuna traccia di violenza sessuale. Gli unici due indagati, prima il portiere Pietro Vanacore e poi il giovane Federico Valle, nel 1993 ottengono il proscioglimento.
"Un delitto lo risolvi entro 24 ore o non lo risolvi più" era il detto molto in voga tra gli inquirenti a quei tempi. Anche per il giallo di via Poma sembrava essere così, ma i familiari di Simonetta e il loro legale Lucio Molinaro non si sono mai dati per vinti e nel 2004 hanno ottenuto nuovi accertamenti. Il procuratore Cavallone dispone rilievi a periti ed esperti tra cui i carabinieri dei Ris di Parma, che a 14 anni di distanza tornano sulla scena del delitto. Con tecnologie impensabili negli anni '90, i militari in camice bianco rintracciano tracce biologiche mai repertate sugli indumenti di Simonetta, usando un kit fatto arrivare apposta dagli Usa e utilizzato nei casi di violenza sessuale. Nei giorni scorsi la notizia che gli esperti avevano individuato un dna maschile, che però poteva appartenere a chiunque. Poi ieri la svolta: quello ritrovato sul corpetto della ragazza coincide con il dna di un ex fidanzato, una delle 31 persone finite nel mirino degli investigatori che, nei mesi scorsi, hanno convocato tutti coloro che in qualche modo avevano a che fare con Simonetta e, a loro insaputa, hanno individuato le tracce biologiche lasciate su tazzine e mozziconi di sigaretta. Nelle prossime ore la perizia arriverà nelle mani del pm Cavallone, nel corso di un supervertice a cui parteciperanno gli esperti guidati dal comandante dei Ris, il colonnello Luciano Garofalo e il procuratore aggiunto Italo Ormanni. E con essa il nome dell'uomo il cui dna è stato rinvenuto sul corpo di Simonetta.
Testo e foto da La Repubblica
FIGLI? BASTA UNO
Le donne italiane aspirano a oltre due figlima una volta nato il primo si fermano
L'età media delle primipare si è spostata a 29 anni: prima viene la laurea
L'Italia "ha uno dei livelli più bassi di fecondità osservato nei Paesi sviluppati", ma non è la voglia di aver figli a far difetto alle donne italiane. Nell'indagine Essere madri in Italia - Anno 2005, l'Istat rileva che il numero 'atteso' di figli è di 2,19; ma poi il numero effettivo è stato nel 2005 di 1,33. Tra le ragioni principali della discrepanza la "soddisfazione per aver raggiunto la dimensione familiare desiderata", seguita però dai "motivi economici", motivazione percentualmente in aumento rispetto alle indagini precedenti. In definitiva, spiega l'Istat, "le donne italiane mostrano una elevata propensione a diventare madri", ma poi quest'aspirazione si scontra con le difficoltà pratiche. Anche se la media attuale è comunque leggermente superiore al minimo storico di 1,19 registrata nel 1995. Le ragioni per non fare secondi o terzi figli. Per l'indagine l'Istat ha intervistato 50.000 donne che hanno avuto un figlio nel 2003, e le ha raggiunte a distanza di 18-21 mesi dalla nascita del figlio (dunque nel 2005). Tra queste, quelle che non intendono avere un altro figlio sono il 40 per cento, in leggero aumento rispetto al 37 per cento del 2002. Le ragioni indicate sono (a parte quelle già citate): motivi di età, motivi di lavoro, preoccupazioni per i figli, motivi di salute, fatica per gravidanza e cura dei figli. Molte riferiscono in generale che "avere ulteriori figli non lascerebbe tempo per altre cose importanti della vita". Dopo la nascita del figlio, in definitiva, l'impatto con le difficoltà quotidiane (lavoro, organizzazione dell'accudimento del bambino) "si traduce in una rinuncia ad avere ulteriori figli".
Quadruplicate le madri laureate. Anche perché i tempi dello studio, di livello più elevato, e dell'inserimento nel mondo del lavoro, spostano di molto l'età nella quale si mette al mondo il primo figlio, che attualmente è di 29 anni. Dunque le madri pensano innanzitutto a studiare: quelle con diploma di scuola media superiore sono passate dal 19 per cento del 1980 al 30 per cento del 1990 fino a superare il 54 per cento nel 2003. Nello stesso tempo le laureate sono quadruplicate passando dal 4 al 16 per cento. Inoltre il 63 per cento delle donne divenute madri nel 2003 aveva un lavoro o lo stava cercando, percentuale ben più alta del 57 per cento del 2000/2001. Il 78,2 per cento delle madri ha un contratto a tempo indeterminato. Il primo figlio dopo la laurea e 'la sistemazione' lavorativa. Solo il 54 per cento delle madri lavora "per contribuire al bilancio familiare"; il 21 per cento lo fa per gratificazione personale, e il 18,8 per cento "per sentirsi indipendente". Ecco perché in tante posticipano la nascita del primo figlio al momento in cui si sono completati gli studi e si è trovato lavoro: a 30 anni infatti solo il 56,8 per cento delle madri con un più alto livello di istruzione ha avuto il primo figlio, contro il 69,8 per cento delle altre. Però molte dopo la nascita del figlio perdono il lavoro. Posticipare la nascita del primo figlio però non evita difficoltà sul lavoro. Il 18,4 per cento delle madri occupate all'inizio della gravidanza al momento dell'intervista aveva lasciato il lavoro; il 5,6 per cento per licenziamento, le altre volontariamente. Il rischio di perdere il lavoro dopo la nascita di un figlio è più elevata al Sud e tra le madri che hanno al massimo la licenza media. Le diffficoltà di chi continua a lavorare. Per il 72,5 per cento di madri che continuano a lavorare, le difficoltà sono tante. Molte fanno ricorso al part-time (c'è stato un incremento di tre punti riseptto al 2002); quasi tutte ricorrono all'astensione facoltativa dal lavoro e ai congedi parentali (con una differenza tra Nord e Sud, 80 contro 62,7 per cento). Al Sud si rientra infatti prima al lavoro, soprattutto "per esigenze economiche". Ai congedi parentali fanno ricorso le madri in misura massiccia, i padri molto ridotto (l'8 per cento). Chi si occupa dei bambini. I nonni continuano a contare ancora molto nella cura dei bambini: a occuparsi dei nipotini della fascia di età 1-2 anni sono infatti loro nel 52,3 per cento dei casi. Solo il 13,5 per cento frequenta un asilo pubblico, il 14,3 per cento uno privato, il 9,2 per cento è affidato a una baby sitter e del 7,3 per cento si occupano i genitori. Tuttavia il 28,3 per cento delle madri che non si avvalgono di un asilo nido lo avrebbe fatto se avesse trovato posto, o se il costo della retta non fosse stato così elevato. Chi si occupa della casa. Il 63 per cento delle madri occupate dichiara di non ricevere alcun aiuto per i lavori in casa; tra quelle che lo ricevono, il 52 per cento ha una collaboratrice domestica, il 25 per cento viene aiutata dai nonni e il 17 per cento dal partner.
Testo e foto da La Repubblica
COGNOMI: SCELTA DEI GENITORI
In commissione Giustizia passa l'emendamento che consente di trasmettere al bambino il cognome della madre o del padre o di entrambi.
I figli potranno avere il cognome del padre o quello della madre oppure quello di entrambi. Questo l'emendamento approvato oggi in commissione Giustizia del Senato che ha messo in difficoltà il ministro Rosy Bindi. Il ministro della famiglia infatti aveva presentato un emendamento governativo secondo il quale i figli avrebbero dovuto avere il cognome di entrambi i genitori. La commissione ha preferito approvare la modifica del relatore del testo di legge che consente ai genitori ampia scelta sul cognome da dare ai propri figli. Dopo lo strappo della sua maggioranza Rosy Bindi ha lasciato Palazzo Madama, delusa ed amareggiata senza aprire bocca. Ai senatori, d'altra parte, non piaceva per nulla la linea governativa che proponeva che al figlio venissero trasmessi entrambi i cognomi dei genitori. L'emendamento approvato prevede anche che il figlio a cui sia stato attribuito il cognome del padre e della madre può, a scelta, trasmetterne uno solo al proprio figlio. L'approvazione della modifica legislativa ha scatenato il commento soddisfatto di Anna Finocchiaro, presidente dei senatori ulivisti: "Non si parlerà più di figli legittimi o illegittimi, ma di figli nati dal matrimonio o fuori dal matrimonio. E questo è un risultato molto importante", ha commentato uscendo dalla commissione Giustizia. Quanto "all'uscita di scena" del ministro Finocchiaro aggiunge che "è stato scelto di dare la libertà ai coniugi di poter decidere. E quando il ministro Bindi ha visto che questo era l'orientamento della commissione ha deciso di rinunciare ai propri emendamenti".
Testo da La Repubblica e foto da La Stampa web
IL DITO
Aspetta. Suo figlio è dentro da ore. Tre, avevano previsto. Ne sono passate già cinque. Non sa più che fare per non impazzire. Sua moglie è lontana, in un altro continente dove l'ha trascinata una curiosa credenza che forse può definirsi religiosa, forse no. Lui non crede. Non può pregare, niente.
Nella stanza entra a quel punto un uomo vestito di scuro, anziano, elegante. Siede di fianco al padre, giunge le mani, non parla. Il padre lo guarda. Non sa spiegarsi perché sia lì, ma non è il suo principale interrogativo, al momento. L'uomo elegante ricambia lo sguardo, sorride in modo sereno, estrae dalla tasca interna della giacca un coltello. La luce brilla sulla lama. Il padre inarca la schiena, ma l'uomo elegante continua a sorridere mentre dice: "Se ti tagli un dito tuo figlio vivrà". Non aggiunge altro. Porge al padre il coltello. L'orologio scatta, percorrendo un altro minuto.
L'uomo elegante dice: "Va per le lunghe, vero?". Il padre china la testa. "Puoi accorciare i tempi, evitare il dolore, il suo dolore. Basta un poco del tuo, in cambio".
Il padre alza la testa, si guarda intorno. L'uomo elegante indica un tavolo massiccio. Il padre si alza, va al tavolo, avvicina la mano, vi posa sopra, soltanto, il medio della mano sinistra. Con la destra, e con decisione, taglia. Stringe i denti e non urla. Alla fine cade a terra, ma non sviene.
Il coltello rimbalza sul pavimento accanto a lui. L'uomo elegante è in piedi, raccoglie il dito con un fazzoletto, lo rinchiude in un astuccio per sigari, lascia cadere il fazzoletto perché il padre possa tamponare la perdita di sangue, se ne va.
Fra poco si saprà se il bambino si è salvato. Non conta. Che ci sia un nesso tra il sacrificio del padre e la sua salvezza è discutibile, può non essere escluso. Dal punto di vista dell'uomo elegante è appena stata commessa un'azione crudele. Da quello del padre un'azione sublime, disperata ma sublime. Non è tutto, inevitabilmente, relativo?
(di Gabriele Romagnoli, “La Repubblica”, 21 aprile 2005)
martedì 16 gennaio 2007
IL NUOVO MALIZIOSO MANUALE D'AMORE 2
PASOLINI CHIAMÒ CELENTANO PER UN FILM
"Pasolini chiamò Celentanoper un film sulla Via Gluck"
Parlarono di un progetto di film sui temi di quella che più tardi, nel 1966, sarebbe diventata Il ragazzo della via Gluck. Poi, non ricordo nemmeno perché, il progetto non andò avanti. E tutto morì lì". Effettivamente tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Sessanta, Pier Paolo Pasolini aveva fatto alcune incursioni a Milano pensando alla sceneggiatura di un film che, sfiorando il mondo della mala, raccontasse i ragazzi che di notte affollavano trani e bar della città. Di quell'idea oggi resta una bella sceneggiatura dal titolo romanticamente vero, La nebbiosa, che a sua volta ispirò (alla lontana e con molta meno poesia) un film, Milano nera, del '64 girato da Gian Rocco e Pietro Serpi. Non solo: secondo la testimonianza di due ex-ventenni milanesi di allora, Paolo Uguccione e Giuseppe Pucci Fallica, vicini a Pasolini durante il soggiorno milanese, Celentano fu contattato dallo scrittore proprio per La nebbiosa. "Adriano abitava in via Cesare Battisti, non era ancora famoso. Pasolini lo voleva a tutti i costi come protagonista del futuro film. Ma Celentano allora era gestito dal fratello Alessandro che gli faceva da manager e lui rifiutò perché non si accordarono sul compenso". Fin qui la versione dei due testimoni. "Ma no, non è esatto. Con quel film Adriano non c'entrava niente- è invece il ricordo di Claudia Mori-. Con Pasolini si parlarono solo per il progetto sul Ragazzo della via Gluck e basta". D'altra parte l'incontro tra le due straordinarie personalità vive oggi solo nei ricordi di chi c'era. Non una carta, non una documentazione, non una parola scritta resta di quel progetto di film sul Ragazzo della via Gluck. Lo dice con tono fermo Graziella Chiarcossi a cui sono andati gli scritti di Pasolini ora dislocati tra Biblioteca nazionale di Roma e fondo di Maria Corti a Pavia (con una donazione) e al Gabinetto Vieusseux di Firenze in comodato. "Conosco praticamente a memoria le carte di Pasolini. Se solo mi fosse capitata tra le mani qualcosa che riguardava quel film l'avrei segnalata- dice Graziella Chiarcossi- Ma non mi risulta. Quanto a conoscersi, vado sul ricordo, a me pare che Pasolini e Celentano si incontrarono anche dopo, negli anni Settanta, grazie a Ninetto Davoli, che avendo lavorato con Celentano (il film Storia d'amore e di coltello di Corbucci, del '71, ndr) ne era rimasto folgorato, diventando un suo fan".
MANIFESTO DELLA MODA CONTRO L'ANORESSIA
Il ministro Melandri: «Disinformazione sul manifesto della moda contro l'anoressia» e «Occorre chiedere alle modelle un certificato medico che escluda disturbi alimentari»
Sui contenuti del Manifesto di autoregolamentazione contro l'anoressia, firmato dagli stilisti il 19 dicembre a Palazzo Chigi, c'è disinformazione: lo afferma il ministro delle politiche giovanili, Giovanna Melandri, che critica «alcuni operatori del settore che, a mezzo stampa, ne commentano i contenuti dando dimostrazione di non conoscerli a fondo». In particolare, il ministro ribadisce che«non c'è alcun punto, nel Manifesto, secondo cui le modelle con Indice di massa corporea (peso in chili diviso il quadrato della statura, ndr) inferiore a 18 non possano sfilare» e che quello che conta è lo stato di salute delle ragazze che sfilano.
Testo da Il Corriere della Sera (foto da Internet)
ITALIA-SPAGNA
Il premier spagnolo ha affermato che il prodotto interno lordo della Spagna crescerà ad una media del 4% annuo fino al 2010. La stima ufficiale del governo è che quest'anno il Pil raggiunga il 3,4% dopo il 3,8% del 2006, uno tra i tassi di incremento più forti dell'eurozona. Zapatero ha ricordato che «il 60% dei nuovi posti di lavoro creati in Europa sono stati fatti in Spagna».
Ascolta la divertente parodia della trasmissione radiofonica IL RUGGITO DEL CONIGLIO (n.b. è un po' prima della metà della trasmissione)
Testo e immagini da La Stampa
venerdì 12 gennaio 2007
CONFERENZA SULL'ATTUALITÀ ITALIANA
Invitiamo i nostri alunni a partecipare alla conferenza sull'attualità italiana che si terrà venerdì 19 gennaio 2007.
Per la partecipazione è necessaria l'Iscrizione
16:15 Saluto ai partecipanti.
16:30-17:15: Viviana Trevi (Universitat de València):
“Scrittori e generi di successo nell’Italia del Duemila”
17:30-18:15: Pedro Ponce Mora:
“La svolta digitale nella musica leggera italiana. Nuovi orizzonti dell’ultimo decennio”
18:30-19:15: Giovanna Tonzanu (EOI Quart de Poblet):
“I mass media”.
VI ASPETTIAMO!
giovedì 11 gennaio 2007
E TU SEI DI PASTA FROLLA?
a) che sapete farci con i dolci
b) che avete le mani delicate
c) che avete le mani sporche
d) che vi cade sempre tutto di mano
E adesso un quesito più difficile, cosa si intende per “uomo di pasta frolla”?
CROSTATA ALLA MARMELLATA
Ingredienti: 300 g. di farina
3 uova
150 g. di zucchero
150 g. di burro
una scorza di limone grattuggiato
un pizzico di sale
marmellata.
Ricetta :
4. Stendere la parte più grande in una teglia di media grandezza (non più di 3 cm e del dianetro di 26 cm) imburrata e infarinata.
5. Con l'altra parte dell'impasto formare delle striscioline da mettere sopra dopo aver spalmato la marmellata, a formare un reticolo.
USTICA: UNA BRUTTA STORIA ITALIANA
Il Dc9 dell'Itavia precipitò il 27 giugno 1980. I morti furono 81. Ancora sconosciute le cause del disastro
Il 27 giugno 1980 l'aereo DC9 I-TIGI della compagnia Itavia decolla da Bologna. Sono da poco passate le 20. L'aereo è diretto a Palermo. Intorno alle 21 c'è l'ultimo contatto radio con il velivolo. Poi l'aereo sparisce dai radar. Scatta l'allarme, ma solo alle prime luci dell'alba del giorno dopo, a nord dell'isola di Ustica, vengono recuperati alcuni resti del volo precipitato. A bordo c'erano 81 persone, tra le quali 13 bambini: tutti morti.
IL MISTERO - È passato oltre un quarto di secolo, e le cause della strage restano ignote. Anche se le prime ricostruzioni parlarono di cedimento strutturale del velivolo, fin da subito si ipotizzò che a causare il disastro fossero stati una bomba, un missile o una collisione con un altro aereo. Nell'estate dell'86 si iniziò il recupero del relitto e nel giugno del '97 sul tavolo del giudice istruttore Rosario Priore arrivò il dossier completo delle indagini da cui emerse che il Dc9, la sera dell'incidente, volò per un'ora all'interno di uno scenario di guerra. Un supplemento di perizia confermò l'affollamento di velivoli nei cieli italiani.
IL PROCESSO - Il 31 luglio 1998 i pubblici ministeri romani Nebbioso, Roselli e Salvi chiesero il rinvio a giudizio per i generali dell'Aeronautica Bartolucci, Tascio, Melillo e Ferri e per altri cinque ufficiali. Secondo l'accusa, in particolare, i generali Lamberto Bartolucci e Franco Ferri omisero di comunicare al governo informazioni sul disastro aereo (nella richiesta si legge che non si proceda «in ordine al delitto di strage perché ignoti gli autori del reato»).
TRA PRESCRIZIONE E ASSOLUZIONE - Il reato contestato ai generali, prescritto per i giudici in primo grado e per il quale furono invece assolti in appello, oggi non esiste più, dopo la riforma dell'articolo 289 c.p. («attentato contro organi costituzionali») attuata con la legge n.85 del 2006. I giudici della terza Corte d'assise della Capitale derubricarono il reato, con l'applicazione del secondo comma del suddetto articolo, ritenendo che l'imputazione contestata avesse soltanto 'turbato' (e non 'impedito' come sostenuto dall'accusa) l'esercizio delle prerogative del Governo nel chiarire quanto accaduto al Dc9, e dunque dichiarando il non doversi procedere per intervenuta prescrizione del reato. I giudici d'appello assolsero invece i generali «perché il fatto non sussiste» ai sensi dell'articolo 530 c.p.p., secondo comma (equivalente alla vecchia formula dell'insufficienza di prove), ritenendo che contro gli imputati ci fossero «deduzioni, ipotesi, verosimiglianze, 'non poteva non sapere', 'rilievi di ordine logico' ma nulla - si legge nella sentenza - che abbia la veste non solo di una prova ma anche di un indizio».
L'ULTIMA STRADA - Nel febbraio scorso, dopo la sentenza della Corte d'assise d'appello ma prima della pubblicazione delle sue motivazioni, è entrata in vigore la nuova legge, secondo la quale può essere accusato di attentato contro organi costituzionali «chiunque commette 'atti violenti' diretti ad impedire, in tutto o in parte, anche temporaneamente l'esercizio delle loro funzioni» al Presidente della Repubblica o al Governo, nonchè alle Camere, alla Consulta e alle assemblee regionali. Atti violenti, dunque, che di certo non sono contestati ai due imputati. Alla luce di ciò, la Procura generale di Roma, rappresentata dai pm Erminio Amelio e Maria Monteleone e dal pg Salvatore Vecchione, nel ricorrere alla Suprema Corte chiede di sostituire la formula assolutoria pronunciata nel dicembre 2005 con quella secondo cui «il fatto contestato non è più previsto dalla legge come reato». In tal modo, spiega l'avvocato Alfredo Galasso, legale di parte civile per i familiari della vittime, sarebbe rimasta aperta la possibilità di promuovere un'azione civile per i risarcimenti. Con la decisione della Cassazione, però, anche quest'ultima strada viene chiusa definitivamente.
Quanto al risarcimento ai parenti delle vittime, «il governo ha sempre dimostrato tutta la sua sensibilità». «E, con questo spirito, ha previsto nella Finanziaria una norma che equipara i parenti delle vittime del Dc9 dell’Itavia ai familiari delle vittime del terrorismo, garantendo così un risarcimento», riferiscono fonti di Palazzo Chigi.
Testo e foto da Il Corriere e La Stampa web
martedì 9 gennaio 2007
ESAMI CELI
Gli interessati, potranno effettuare l'iscrizione tramite l'Universitat de València dal 9 al 26 gennaio presso l'Ufficio di "Relacions Internacionals".
Per l'iscrizione si dovrà compilare il modulo di iscrizione e scegliere il livello (questa volta è possibile fare l'esame solo per i livelli 1, 2 e 3).
Gli studenti di italianistica (Filologia Italiana o altre filologie con "complements de formació "di Filologia Italiana) dovranno adeguatamente dimostrare questa loro condizione per poter ottenere una riduzione delle tasse di iscrizione.
L'esame scritto si terrà il 10 marzo 2007.
Modulo di iscrizione e ulteriori informazioni.
ITALIA: MUSICA AL FEMMINILE
"Io Canto" della Pausini è il disco più venduto dell'anno. Segue Gianna Nannini con "Grazie",
I PIU' RESISTENTI - Nei primi dieci in classifica, appaiono però anche dischi "long seller" con vendite che hanno coperto parte del 2005, come Eros Ramazzotti con "Calma Apparente" e Ligabue con "Nome e Cognome".Nella classifica delle compilation il Festivalbar la fa da padrone, con seconda e terza posizione, ma anche Sanremo, e persino lo Zecchino d'Oro, si difendono bene.
GLI ITALIANI - Ottima la performance complessiva del prodotto italiano che conquista otto posizioni su dieci nella top ten degli album più venduti, e sei su dieci nei singoli, a conferma dei forti investimenti nel repertorio locale realizzati dalle aziende discografiche nel nostro Paese. Le classifiche ufficiali Fimi/Ac Nielsen da dieci anni fotografano l'andamento dei dischi più venduti in Italia, su un panel di 275 punti vendita rappresentativi di negozi tradizionali, catene specializzate e grande distribuzione e sono pubblicate settimanalmente sul sito di Fimi .
Julia: una detective dell'animo umano
Di professione fa la criminologa. Ha superato di poco la trentina, con capelli corti e scuri, come gli occhi, particolarmente grandi ed espressivi. Lontana dallo stereotipo della top-model, ha una figura naturalmente elegante, con un corpo esile e nervoso alla Audrey Hepburn, e tratti che, senza rientrare nei canoni della bellezza classica, la rendono decisamente affascinante. Si trucca poco, propende per un abbigliamento sportivo di classe (con una predilezione per l’insieme pantaloni - camicia - blazer) ma, all’occorrenza, sa sfoggiare anche mises più raffinate. Abita in una tipica villetta primi Novecento alla periferia di Garden City. Julia coltiva l’hobby del cinema anni Quaranta e della musica. È
una donna moderna, che ha una concezione moderna della vita e dei rapporti. Le sue recenti storie sentimentali sono state brevi e piuttosto turbolente, cosa che le ha sviluppato una naturale avversione verso i legami duraturi. Per lei il sesso è un complemento, non un fine.
Possiede una Morgan 4/4 bianca, con interni di pelle nera, del 1967. Non si tratta di un’eccentricità: l’ha dovuta accettare come pagamento per una prestazione professionale. Il lavoro di Julia si svolge su due fronti. Insegna, come assistente, all’università locale, dove ha stabilito
con i suoi studenti un rapporto di reciproca stima e fiducia. La criminologia è una scienza interdisciplinare che si basa sulla psicologia, sulla sociologia, sulla psicanalisi, sul diritto… Insomma, una materia complicata che va spiegata con parole chiare. E le sue lezioni sono così chiare che può capirle anche un neofita. Come libera professionista, invece, presta la propria consulenza a personaggi pubblici o a semplici cittadini. Nella maggior parte dei casi, però, riceve un incarico di lavoro direttamente dalla procura distrettuale e collabora con la polizia. Il metodo d’indagine di Julia, oltre che sulle conoscenze
scientifiche acquisite, si basa su un istinto personale, una straordinaria sensibilità che le permette d’immedesimarsi emotivamente nel criminale di turno e quindi di prevenirne le mosse o di risalire ai motivi che hanno scatenato le stesse. I casi che la interessano riguardano la psicopatologia criminale, i binomi sesso-delinquenza e droga-delinquenza, gli omicidi efferati, il proliferare dei serial killer, il fenomeno della delinquenza
giovanile. Il suo intento è naturalmente quello di assicurare i colpevoli alla giustizia, ma soprattutto di capire – capire, non giustificare – le profonde pulsioni che li hanno spinti ad agire. Se esistesse la categoria, si potrebbe definire una Indagatrice dell’Animo. Le storie di Julia sono caratterizzate anche dall’uso di una voce narrante in prima persona, un espediente caro alla scuola californiana dei giallisti, che, nel nostro caso, ci permette di conoscere le riflessioni e le considerazioni della protagonista, in uno stile diaristico, che aggiunge immediatezza agli avvenimenti.
I SUOI AFFETTI
Vive in compagnia di una gatta persiana, Toni, e di una colf battagliera, la simpatica Emily.
I SUOI AMICI E COLLABORATORI
Innanzitutto, l’investigatore Leo Baxter. E poi, il sergente Ben Irving e il burbero tenente Alan Webb...
IL MONDO DI JULIA
Garden City, una tranquilla (ma non troppo!) cittadina del New Jersey. Ma a Julia piace viaggiare...
I CRIMINALI
Assassini seriali, pazzi, sequestratori, dinamitardi...Per fermarli, Julia deve «entrare» nella loro mente!
lunedì 8 gennaio 2007
Gibson: vietato ai minori
Violenza, torture, sevizie, uccisioni. Troppe. E così la seconda sezione del Tar del Lazio, presieduta da Italo Riggio, ha deciso di vietare provvisoriamente ai minori di 14 anni il film di Mel Gibson, Apocalypto. Un'ordinanza che contraddice quella della Commissione di revisione cinematografica, che aveva deciso la distribuzione nelle sale senza alcun divieto. Per contestare questa scelta l'associazione dei consumatori Codacons si era, appunto, rivolta al Tar. Che, oggi, le ha dato ragione. Certo, questo emesso dal tribunale amministrativo non è un verdetto definitivo. Ma un provvedimento deciso, diciamo così, in via cautelativa. L'ordinanza, comunque, entra già nel merito della questione: "Il film Apocalypto contiene numerose scene di estrema violenza che si susseguono incessantemente per tutta la durata dello spettacolo, non adatte ad un pubblico di minori", vi si legge infatti. E dunque, esistendo a parere del giudice i "presupposti dell'estrema gravità e urgenza", viene deciso il divieto. Tutto questo, comunque, fino alla discussione della vicenda in camera di consiglio, già fissata al prossimo 17 gennaio 2007.
La pellicola di Gibson, che ricostruisce in modo particolarmente cruento le lotte interne alla civiltà Maya, è nelle sale da venerdì. E nel primo week end di programmazione, senza alcun divieto ai minori (malgrado le perplessità espresse da più parti, compreso il ministro dei Beni culturali Francesco Rutelli), si è piazzato secondo al boxoffice di casa nostra. Preceduto dal Daniel Craig-James Bond di Casino Royale. A dimostrazione che il fascino eterno del marchio 007 vale più anche del polverone mediatico (con annessa pubblicità gratuita) che ha circondato lo sbarco di Apocalypto.
I CAPOLAVORI DI SAN PIETRO
L’idea fu di Giulio II. Rifare la basilica di San Pietro, il centro spirituale della cristianità ma anche la rappresentazione fisica della potenza della Chiesa, non era certo impresa facile. Così i lavori cominciarono nel 1506 e proseguirono tanto a lungo che ancora oggi per definire qualcosa senza fine la si paragona alla «fabbrica di san Pietro».
QUALI SONO LE MINORANZE LINGUISTICHE IN ITALIA E DOVE SONO?
In Italia si parlano 12 lingue ufficialmente riconosciute , oltre all’ italiano . Da nord a sud, circa 3 milioni di persone, distribuite i...
-
MILANO - Gianfranco Ferré è morto. Dopo tre giorni di ricovero all'ospedale San Raffaele di Milano, le poche speranze lasciate da una d...
-
Un famoso detto dice che "tutto è già stato inventato". La frase, attribuita a Charles H. Duell, sovrintendente ufficio brevett...