mercoledì 31 maggio 2023

POESIA

 

Ci sono persone larghe,

non grasse, larghe,

invadono tutto;

uscite, scale, marciapiedi...

occupano tutti i tavolini all'aperto

e manco per caso trovi un biglietto per il cinema,

si sposano quattro, cinque volte...

si fidanzono in 33.459 occasioni,

finiscono la carta igienica

e le scarpe del tuo numero,

le mutandine taglia "M"

e le melanzane,

giusto quel giorno in cui, volentieri

avresti voluto preparare

una bella parmigiana per mangiarla al mare,

ma non fa nulla,

dove si allargano di più è proprio lí,

col cavolo che ci avresti trovato posto tu!

Un giorno uscirò di casa,

prenderò a calci in culo tutte le persone larghe

e calma e rilassata come chi appena

ha finito la penitenza dei propri peccati,

seduta su una panchina finalmente libera,

mi chiederò perché non sei stato tu una persona larga,

ad invadere ogni angolo della mia vita.


Julia López Barrio 1C2

lunedì 29 maggio 2023

Metal italiano e risate spagnole con i Nanowar of Steel

Martedì 9 maggio è stata una seratona per gli amanti del rock demenziale grazie all’esibizione dei Nanowar of Steel alla sala concerti 16 Toneladas, a Valencia, in occasione del loro tour "Death to False Tours". Ma questi qui, chi sono?

Si tratta di una band italiana di metal con testi comici che ha alle spalle ben 20 anni di carriera e che canta principalmente in inglese, ma anche in italiano e spagnolo. Il loro carattere beffardo è già dimostrato dal nome, un riferimento alla band Manowar e ai Rhapsody of Fire (quando, per questioni legali, hanno dovuto cambiare il nome da Rhapsody a Rhapsody of Fire, i Nanowar hanno aggiunto "of Steel" al loro nome).

Nanowar of Steel

Questa è la formazione della band:

- Potowotominimak (Carlo Alberto Fiaschi) - voce principale

- Mr. Baffo (Raffaello Venditti) - voce, cori

- Mohammed Abdul (Valerio Storch) - chitarre, tastiere, voce

- Gattopanceri666 (Edoardo Carlesi) - basso

- Uinona Raider (Alessandro Milone) - batteria, voce

 

Tra i temi preferiti dal metal si trova l'epica, e i Nanowar of Steel sono specialisti nel conferire a temi mondani queste caratteristiche, come nel caso delle due canzoni eseguite in italiano nel corso della serata.

Da una parte, "La Polenta Taragnarock" mescola questo tipico piatto italiano con elementi della mitologia norrena (da cui il "-ragnarock" del titolo). Inoltre, la versione registrata in studio di questo brano ha per protagonista il conduttore e attore Giorgio Mastrotta, al quale la band aveva già dedicato una canzone.

Dall'altra, hanno interpretato "Il cacciatore della notte", una canzone dedicata al barbagianni per la cui esecuzione Potowotominimak si è travestito da questo uccello ed è sceso dal palco per ballare tra il pubblico.

Il cacciatore della notte

Uno dei momenti più attesi del concerto è stata l'esecuzione del brano "Norwegian Reggaeton", con la partecipazione del gruppo spagnolo Gigatrón (considerato da molti l’equivalente nostrano dei Nanowar), che già nel 2018 ha collaborato con la band italiana in questo single che li ha resi noti nella comunità ispanofona. La canzone, ricca di riferimenti a gruppi metal, ha una strumentazione metallica con un ritmo latino e un testo semplice ma esilarante (con frammenti in spagnolo) che fonde luoghi comuni di tutti e due i generi.

Charly Glamour, cantante dei Gigatrón,
ospite speciale durante "Norwegian Reggaeton"

E per salutare alla grande hanno eseguito "Valhalleluja", un misto di metal e gospel in cui il dio Odino confessa di aver abbandonato le guerre per dedicarsi alla costruzione di mobili Ikea. Mentre il pubblico intonava i nomi dei mobili del noto marchio scandinavo come se fosse una celebrazione religiosa, sul palco hanno costruito un tavolo che è stato poi passato agli spettatori.

L'ennesimo momento surreale del concerto
durante l'esecuzione di "Valhalleluja"

Si è conclusa così una serata di martedì fuori dall'ordinario e difficile da dimenticare, con il desiderio di rivedere dal vivo questo gruppo, tanto ricco di suoni e forza quanto di riferimenti culturali e di comicità.

Va fatta una menzione speciale agli americani Tragedy, il gruppo di apertura per la maggior parte di questo tour, che si focalizza su rivisitazioni sempre in chiave metal di brani degli anni '70 e '80, tra cui i mitici "Stayin' Alive" dei Bee Gees, "It's Raining Men" delle Weather Girls e "I Will Survive" di Gloria Gaynor.

Miguel 🎸

lunedì 22 maggio 2023

Film in italiano al cinema BABEL

Martedì 23 maggio, alle 19:30 ci sarà la presentazione del film Buongiorno a tutti, IL COLIBRÌ, della regista Francesca Archibugi. Il film, tratto dal romanzo di Sandro Veronesi, sembra sia molto bello, ma a alto tasso emotivo, o almeno così riferisco quelli che lo hanno già visto in Italia. 

Alla fine della proiezione ci sarà anche un colloquio con la regista che sarà collegata in video.

http://www.cinesalbatrosbabel.com/als1viri.html



In questi giorni, sempre al Babel, stanno proiettando il film LE OTTO MONTAGNE, tratto dal romanzo di Cognetti. 




Buona visione!




domenica 21 maggio 2023

Racconto: Mio caro alluce


Carissimi, 

abbiamo iniziato ad ospitare sul nostro blog i contributi di alcune studentesse del livello C2. Abbiamo già letto letto l'interessantissimo articolo di Mar Bayo sull'uso dell'inglese nella lingua italiana e ora vi proponiamo un testo di Julia López Barrio che ci porta con sé in un mondo tra il sogno e la realtà. 

Se volete scrivere sul nostro blog, fatelo sapere alle vostre insegnanti e vi ospiteremo volentieri.

Ed ora, gustatevi questo bel racconto!

Gio

Mio caro alluce

Ho fatto un sogno molto strano. Mi stavo depilando le gambe, fatto già strano in sé; non ho peli. Ero in bagno, c’era tanta luce, le piastrelle erano bianche con un piccolo friso blu e una grande finestra. Vedevo una mia gamba, la destra, avevo in mano un rasoio che scivolava su e giú su di essa. Ad un certo punto il rasoio è diventato elettrico, ma lo gestivo abilmente, anche se a poco a poco la velocità aumentava. Quando sono arrivata alla caviglia, non so cosa ho fatto, un attimo buio e col rasoio mi son tagliata il pollicione. Mi sono spaventata, lo vedevo per terra, staccato da me, non c’era sangue, l’unico rosso era quello dello smalto sull'unghia, il rasoio ancora mi tremava in mano, come mi tremavano i pensieri. Ce n’erano tanti; avrei camminato con garbo? O sarei diventata mezzo zoppa? Mai più sandali? Allora, in un atto di maturità e consapevolezza, mi sono venute in mente le raccomandazioni mediche, che tante volte avevo sentito in tv, quando un membro subisce un trauma del genere:

 1- prendere una busta di plastica e riempirla di ghiaccio

2- mettere questa busta ben chiusa, in un’altra

3- mettere il membro in quest’ultima, in modo che sia fresco e

non tocchi direttamente il ghiaccio

4- avvolgere in un telo pulito il segmento corporeo amputato

5- correre in ospedale

Ma ero cosí impaurita che non riuscivo a muovermi, dovevo fare in fretta, altrimenti il membro si sarebbe necrosato e non si sarebbe potuto rimpiantare. Questo pensiero e la visione del mio dito per terra mi innervosiva ancora di più, ero bloccata dallo spavento, dalla paura, dalla mia trascuratezza, pasticciona, cosa ho combinato...!?

Ero seduta per terra, a pensare, cercavo di organizzare la ricerca di tutto quello che mi serviva: bustine, ghiaccio, una garza per avvolgere il ditone... all'improvviso mi è venuto in mente la mia facoltà di manipolare i sogni, lo faccio sin da piccola. Quando in sogno sto per fare una cazzata, piacevole si intende, ma che non dovrei fare perché le conseguenze potrebbero essere catastrofiche, mi dico; Cara stai sognando, fai pure, allora felicemente vado avanti, senza sensi di colpa. Lo stesso quando il sogno è un incubo, una vocina mi dice; non aver paura, quest’orrore non é vero, stai sognando. E anche se di solito non mi sveglio, mi sento subito sollevata, serena. Non fa nulla, è un sogno. Purtroppo questa volta la vocina, mi ha tradita, non si è fatta sentire, era tutto vero.

Non sarei arrivata in tempo all’ospedale, non trovavo nulla, dove sono le bustine di plastica, il ghiaccio, le garze? Guardo il mio dito, guardo il mio piede mutilato, non c’è  sangue, è tutto pulito, nitido. È ancora rosa e l’amputazione è stata netta, sono in tempo mi dico, ma devo correre o tra po’ la necrosi lo farà diventare nero e per cuando il chirurgo del reparto sia bravo, non potrà fare nulla. Lo butteranno nei rifiuti speciali o gli arti amputati vengono smaltiti dall'ospedale o sono a disposizione del paziente per la sepoltura o la cremazione dell'arto? Quest’ultima possibilità mi pare troppo esagerata per un dito, anche se il dito è il mio, se fosse stata tutta la gamba, ci avrei pensato, ma un dito? Che lo buttino nella spazzatura.

Oddio, pensieri e pensieri, ma mettiti in moto, ce la farai, certo se corri....

Al risveglio ho avuto paura di toccarmi un piede con l’altro piede, ho avuto paura di aprire gli occhi e trovarmi in ospedale, dopo qualche secondo ho capito che ero nel mio letto, era stato un sogno. Mi sono stiracchiata lentamente, ho allargato le dita dei piedi, li ho mossi ripetutamente, c’erano tutti. Dopo, ho ricostruito il sogno per non scordarlo.

I sogni ci dicono cose, ma non cose esoteriche di altre dimensioni, ci dicono cose di noi stessi, i sogni siamo noi, parlando a noi, perciò spaventano o almeno aspaventano me. Veramente mi dicono delle cose bizzarre. Secondo me, lo so che non sono proprio Freud, ma direi che l’alluce eri tu, amore mio, infatti, è il dito più grande e più grosso, se avessi sognato l’amputazione del mignolino, cosí piccolino, insignificante e riservato com’è, non avrei mai capito cosa significasse il sogno.

Julia López Barrio 1C2


domenica 14 maggio 2023

Dal "bello" al "biùtiful"

 

Carissimi, 

abbiamo iniziato ad ospitare sul nostro blog i contributi di alcune studentesse del livello C2. Qui di seguito potete leggere l'interessantissimo articolo di Mar Bayo sull'uso dell'inglese nella lingua italiana. 

Se volete scrivere sul nostro blog, fatelo sapere alle vostre insegnanti e vi ospiteremo volentieri.






Meeting, call, coffee-break, weekend, make-up, managerLa lingua italiana è sempre più piena di anglicismi. Forse per pigrizia oppure per conformismo, gli italiani usano un’enorme quantità di parole straniere anche se l’italiano ha termini corrispondenti, spesso più efficaci, comprensibili e naturale.

L’italiano è una lingua molto più accogliente nei confronti delle parole anglosassoni di quanto lo siano altre lingue europee come, per esempio, il francese. Infatti, va da sé che il francese combatte con forza affinché le parole di derivazione inglese non entrino a far parte della lingua corrente, ma vengano sempre tradotte con un equivalente nativo.

Perché –ci chiederà Annamaria Testa, sociologa e accademica– diciamo “weekend” invece di fine settimana e ti faccio una “call” invece di un semplice “ti chiamo”? È forse un modo di sentirsi “cool” in un paese in cui il 50% della popolazione non spiccica una parola d’inglese? O forse dietro c'è un complesso di inferiorità?

Questa esperta di comunicazione, che ha firmato alcune delle campagne pubblicitarie più celebri della storia italiana, si è fatta promotrice nel febbraio 2015 dell’iniziativa #dilloinitaliano che mira a ridurre l’uso frequente e arbitrario di termini inglesi, il cosiddetto “itanglese”, in particolare nel linguaggio amministrativo, aziendale e pubblicitario.

In questa interessantissima conferenza TED, Annamaria Testa analizza con una certa ironia cosa sta accadendo alla lingua italiana. Dovremmo renderci conto che la lingua fa parte della nostra identità, delle nostre radici, della nostra storia e del nostro pensiero. Perderla, insomma, significa rinunciare a quello che siamo.

E tu, che ne pensi, my friend?

Un abbraccio,

Mar BM





martedì 2 maggio 2023

VACANZE 2023

 4 SPIAGGE PARADISIACHE IN SARDEGNA

Se non sapete ancora dove andare in vacanza, a sole due ore in aereo da Valencia troverete la Sardegna, un'isola italiana famosa in tutto il mondo per le sue spiagge spettacolari, che presentano un mix di mare cristallino, sabbia impalpabile e paesaggi mozzafiato.




STINTINO


Stintino è una localià balneare situata nella punta nord-occidentale della Sardegna.  Qui si trova la spiaggia della Pelosa, caratterizzata  da un fondale limpido e bassissimo per decine di metri, un mare placido cristallino e sabbia bianca morbida.


CALA GOLORITZÈ


La spiagga di Cala Goloritzè è circondata da scogliere calcaree e acque cristalline ideali per lo snorkeling, raggiungibile solo a piedi o in barca.


TUARREDDA


La spiaggia di Tuarredda è conosciuta per la sua forma a mezzaluna e la bellezza del paesaggio circostante. È una meraviglia della natura, una perla che richiama scenari caraibici, divenuta un simbolo indiscusso della Sardegna, grazie all'intenso azzurro dell'acqua, il verde degli arbusti e l'oro delicato della sabbia finissima.

CALA COTICCIO


La spiaggia di Cala Coticcio, conosciuta come la spiaggia del Principe, è famosa per la sua sabbia sottile e candida, quasi abbagliante. Le tonalià del mare cristallino sono incorniciate da scogli di roccia rosata e arbusti di macchia mediterranea. La spiaggia, una vera e propria piscina naturale, è conosciuta anche con il nome di "Tahiti".


Siete pronti a partire?

Ana




SAPETE COME CUCINARE LA VERA CARBONARA? La ricetta facile e veloce da leccarsi i baffi!

  Carbonara , ricetta perfetta per preparare la  Pasta alla Carbonara   come la servono a  Roma ,  ricca e cremosa ! Per preparare   la ver...