domenica 28 gennaio 2007

LA QUALITÀ DELLA VITA ITALIANA


Una volta erano la pizza e il mandolino, oggi sono la Ferrari e le borse di Prada. I tempi cambiano e con loro anche i miti considerati oggi buoni motivi per vivere in Italia, che si piazza all'ottavo posto per qualità della vita. Almeno secondo la classifica stilata dalla rivista americana International Living (http://www.internationalliving.com/issues/2007/2007_article.html).
Per fortuna, oltre ai marchi che sono l'orgoglio del mercato italiano, la rivista americana assegna al Bel Paese anche il primato della cultura e delle arti, per i quali vengono chiamati in causa i nomi illustri del Rinascimento: Raffaello, Michelangelo e Botticelli. Ma tra gli ingredienti fondamentali compaiono anche la buona cucina, la varietà dei paesaggi e la nostra storia. Insomma, Italia patria della "dolce vita" più che del vivere bene e che resta un po' in disparte rispetto ad altri Paesi del Nord Europa che brillano tra i primi dieci posti classifica: la Francia davanti a tutte, seguita da Australia e Olanda, sesta la Svizzera, poi la Danimarca e, nono, il Lussemburgo.
La hit parade stilata ogni anno dalla rivista americana tiene conto di diversi fattori, primi fra tutti quelli che secondo il buon senso comune sono condizioni irrinunciabili per vivere bene: poche tasse, prezzi bassi, buon clima, opportunità di lavoro e di investimento. Insomma, tutto ciò che può aiutare a scegliere dove mettere radici o ricominciare una nuova vita.
A conti fatti, la Francia è imbattibile per quanto riguarda i prezzi e consumi (Parigi non è "cheap" ma risulta comunque più abbordabile di altre capitali europee), i beni artistici e le bellezze paesaggistiche, le specialità gastronomiche e i trasporti (fiore all'occhiello i treni ad alta velocità), la capacità d'impresa e il mercato, la produzione agricola e, non ultimo, il sistema sanitario, il cui primato mondiale è riconosciuto persino dall'Oms. A tutto ciò si aggiunga il fatto che la qualità della vita nelle regioni francesi sembra essere ben distribuita tra città e campagne.
Meno premiate risultano invece la Germania (undicesima insieme alla Norvegia), il Belgio e la Spagna, mentre il Giappone è al venticinquesimo posto.
Gli Stati africani, infine, con lo Yemen e l'Afghanistan, restano in fondo alla classifica, seguiti solo dall'Iraq, che a oggi non può che essere fanalino di coda. Da quelle parti la vita è davvero difficile.

Testo da La Repubblica



6 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sembra una classifica molto molto strana.

Gio ha detto...

Hai ragione Pere, anche a me è sembrata strana e ho pensato di pubblicarla proprio per questo. Mi sembra incredibile che la Spagna non sia tra i primi posti perché io credo che ci si viva davvero bene e comunque meglio che in altre nazioni che invece sono tra i primi posti.

Anonimo ha detto...

Ànche io penso che la classifica è falsa. L'Italia al posto 8º è troppo. E la Francia? Hay tongo, come si dice in italiano?

Denis ha detto...

Un espressione idiomatica che si può avvicinare è: "qui c'è puzza di bruciato!". Ti piace?

Denis ha detto...

Ecco l'apostrofo che mancava: '

Anonimo ha detto...

C'è grande puzza di bruciato, specialmente italiano e francese.

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