Un souvenir o un ricordino da...
Spesso durante i nostri viaggi perdiamo tempo e soldi in inutili souvenir che attestino il nostro passaggio in un determinato posto, una prova tangibile davanti ad amici e parenti che siamo stati "lì". Un'indagine della rivista on line "Marketing Tv" ci svela alcune curiosità:
Il turista medio preferisce il souvenir da bancarella e quello enogastronomico. Quasi un souvenir su tre è infatti un oggetto sacro (soprattutto vaticano). Chi scende al Sud, però, si innamora anche delle ceramiche, Capodimonte e Caltagirone soprattutto, che fanno un 12% del mercato ciascuna. Resistono sul mercato anche le forti icone locali: la gondola a Venezia, con o senza luce (10%), i carretti siciliani (8%) e i trulli di Alberobello (2%). In ribasso i Colossei: troppo visti, troppo kitsch (almeno quelli delle bancarelle).
La spesa media del turista da bancarella è intorno ai 25 euro (solo una congrua minoranza si avvicina ai 100).
Molto importante è anche il legame che il visitatore straniero stabilisce tra Italia e cibo. La bottega gastronomica on line «Esperya» ha valutato così gli acquisti dei vacanzieri: il parmigiano reggiano è il souvenir preferito dal 16% del campione, il pane di Altamura segue a ruota con il 14%, la mozzarella di bufala campana si attesta sul 13%, la pasta pugliese e l’olio toscano sono al 10%, così come il Brunello di Montalcino. Nella top ten, seguono il limoncello di Sorrento (8%), l’aceto balsamico di Modena (6%) e il cioccolato piemontese (5%).
Ma la novità degli ultimi anni è costituita dal merchandising museale: 118 musei statali si sono muniti di negozi che sono, allo stesso tempo, libreria e negozio di oggettistica. La crescita di questi «negozi colti» è stata esponenziale: nel ‘98 vi si spendevano 14 milioni di euro, oggi si è arrivati a quasi 45 milioni.
E poiché ogni museo ha una sua icona, il turista la cerca tra gli oggetti proposti: riproduzioni su carta (cartoline, poster, pannelli), ma anche oggetti di cartoleria pregiata, come quaderni, penne, matite, fermacarte in vetro o in pietra, sono gli oggetti più venduti.
Il salto di qualità lo fanno invece le pinacoteche. Quella di Villa Borghese, per esempio punta molto sulla gioielleria e sui tessuti che ripropongono quelli rappresentati nei quadri. E lì i prezzi salgono.
(Immagine da Internet. Testo adattato da La Stampa)
E voi, che tipo di "ricordini" comprate quando siete in vacanza? Ve ne hanno portato qualcuno particolare? Raccontatecelo!
1 commento:
è vero che perdiamo tempo e soldi con souvenir che non hanno un senso...io ricordo quando sono venuta d'Italia quello meglio che ho potuto portare è stato cibo:rucola,bresaola e grana,un piato che ci è piaciuto tanto e che volevamo far assagiaire ai genitori.Poi ho scoperto che c'era di tutto qua¡¡ma comunque meglio portarlo dal luogo dove si mangia,no¡¡??:)
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