lunedì 4 febbraio 2008

IL MEZZO SECOLO DI “VOLARE”

Ecco la storia di “Nel blu dipino di blu”, mitica canzone di Domenico Modugno, conosciuta come “Volare”:

ERA una notte buia e tempestosa quando arrivò l'intuizione finale della più famosa canzone italiana di tutti i tempi. La moglie, Franca Gandolfi, una intera vita vissuta accanto a Modugno, ricorda ancora con trepidazione quel momento magico: "Eravamo nella nostra prima casa, c'era il pianoforte attaccato alla finestra. Mimmo si arrovellava, la canzone c'era ma ancora incompleta, non era soddisfatto, il ritornello era 'Di blu m'ero dipinto, per intonarmi al cielo', diceva che gli amncava un'apertura. Quella sera era scoppiato un temporale pazzesco, tanta elettricità nell'aria, c'era talmente tanto vento che a un certo punto la finestra si spalancoò. Mimmo cominciò a recitare, sembrava uno sciamano, improvvisava versi".

"Non ho mai capito se fosse una poesia che già esisteva o se li stava inventando, poi arrivò la frase musicale: prima fu "volavo oh oh", poi la spostò all'infinito, alla fine diventò "volare oh oh". Era felice, urlava a squarciagola. Chiamò subito Migliacci, gli disse vieni a sentire, la canzone è finita". Se ogni volta che nasce una canzone si può parlare di un piccolo miracolo dell'ingegno umano, allora il caso di Volare è un autentico prodigio, nasce da una concatenazione di eventi che ha dell'incredibile. La gestazione è stata lunga, non facilissima, a dispetto di quello che mostra, ovvero la sua irresistibile naturalezza, quella grazia che sembra arrivata di getto, come un'epifania. Lo fu certamente per il pubblico, per l'Italia che improvvisamente scoprì la sua voglia di rinascere, di diventare moderna, di volare, ma per gli autori ci volle del tempo.
Franco Migliacci era amico di Modugno, si erano conosciuti al Centro sperimentale di cinematografia, entrambi pensavano che avrebbero fatto gli attori. Modugno gli diceva: prova a scrivere un testo. Non lo aveva mai fatto (e anche questo ha dell'incredibile), finché un sonno turbolento, agitato, lo portò al risveglio a guardare bene delle stampe di Chagall appese alle pareti e a conciliarle col sogno di volo che aveva fatto. Da lì la scintilla, le prime frasi: "Nel blu dipinto di blu, volavo nel cielo blu". Modugno intuì subito che era una grande idea, disse "Mi piace, mi piace assai", e ci lavorarono per giorni.

A casa Modugno, in un sottoscala, c'è l'archivio che sta curando di persona la signora Gandolfi. Un computer, dove sta entrando tutto il materiale della strepitosa carriera di Modugno, ci restituisce manoscritto dopo manoscritto l'emozionante processo che ha portato all'idea finale: all'inizio si chiamava Sogno in blu, diceva: "Ieri ho sognato il più bello dei sogni perché mi dipingevo le mani e la faccia di blu, poi come un foglio di carta dal vento rapito, incominciavo a volare nel cielo infinito". Alcune parole sono rimaste nella versione definitiva, altre no, ma soprattutto cambia il ritornello: "Di blu m'ero dipinto e me ne andavo in cielo", ma era proprio questo che non convinceva, ci voleva dell'altro. In un'altra leggiamo l'incipit che sarà definitivo: "Penso che un sogno così...", ma ancora col vecchio ritornello. Di fase in fase, di gradino in gradino, nasce il capolavoro, fino alla notte di tempesta con la finestra che si spalanca.
Ma non è finita, la concatenazione di eventi è ancora più straordinaria. "Nessuno capì subito la portata della cosa che avevano in mano. Sapevano che era molto originale, ci credevano, ma da lì a immaginare il successo che avrebbe avuto, ce ne vuole". Nessuno lo pensava, al punto che neanche lo stesso Modugno era sicuro di volerla cantare. Volevano mandarla a Sanremo ma interpretata da qualcun altro. Fortuna volle che ai cantanti di allora quella canzone sembrò una follia, incantabile, assurda, senza senso. Fu l'avvocato Caiafa della FonitCetra a dire: "Sei l'unico che può farla, Mimmo, questa la canti tu!". E così avvenne. Il resto è storia. Al festival del 1958 la canzone aprì una finestra su un mondo che allora si riusciva solo a sognare. (testo adattato da: repubblica.it)

E adesso riascoltiamola in una versione di Paul McCartney:


3 commenti:

María ha detto...

Bella canzone!e carino Paul McCartney cantando in italiano.C'è sul youtube un video anche molto carino di Laura Pausini ed Eros Ramazzotti cantando la canzone in un festival di Sanremo.

mariajesus ha detto...

Modugno è stato il primo italiano a vincere un Grammy nel 1958, proprio con questa canzone. Secondo me ha davvero qualcosa di speciale; quando inizia il ritornello, chi riesce a non canticchiare assieme "Volare oh oh, cantare oh oh oh"...

Anonimo ha detto...

Straordinaria,eccezionale questa canzione. Possiamo dire che è contagiosa, appena uno comincia a cantarla tutti gli altri fanno lo stesso. Che bello potere volare e cantare con quelli di 4º, l` abbiamo fatto due volte l` anno scorso. Asun

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