Dopo LA FESTA DEL 25 APRILE, dopodomani, 1º maggio,si celebra la FESTA DEL LAVORO che anche quest'anno richiama l'attenzione sul pesante bilancio delle cosiddette MORTI BIANCHE (morti sul lavoro) che, dall'inizio del 2007 ad oggi si contano già 255 morti, oltre 250 mila infortuni più o meno gravi e più di 6.300 invalidi (ma i numeri aggiornati in tempo reale dal sito Internet di «Articolo 21», purtroppo variano di minuto in minuto). Avanti di questo passo, si rischia seriamente di superare la drammatica soglia delle 1.141 vittime e degli 865.204 mutilati e feriti sul lavoro registrati nei primi nove mesi del 2006. È evidente che il cammino per la tutela del lavoro è ancora lungo.
La FESTA DEL LAVORO affonda le sue radici nelle battaglie intraprese dal movimento operaio verso la fine del secolo scorso. Il primo maggio del 1886, infatti, negli Stati Uniti, la "Federation Trade and Labor Unions" aveva proclamato i primi scioperi per chiedere di sancire contrattualmente l'orario lavorativo di otto ore. Le agitazioni riguardarono circa 400 mila lavoratori e provocarono scontri con la polizia.
La decisione di organizzare una manifestazione a data fissa per ridurre legalmente la giornata di lavoro fu presa però solo tre anni più tardi, il 14 luglio 1889, durante il Congresso della Seconda Internazionale.
In Europa la prima celebrazione della Festa del Lavoro si ebbe quindi nel 1890, con esclusione dell'Italia dove l'allora presidente del Consiglio impartì ordini severi di reprimere sul nascere qualsiasi manifestazione di piazza.
Nel nostro paese la prima commemorazione della Festa del Lavoro si tenne l'anno successivo in un clima tutt'altro che tranquillo, tanto che a Roma, in scontri tra polizia e dimostranti, ci furono due morti e decine di feriti. Dal 1891 fino all'avvento del fascismo il primo maggio coincise con le celebrazioni della Festa dei Lavoratori, ma dall'ambito sindacale dell'orario di lavoro le rivendicazioni si estesero al terreno dei diritti civili e a quello della politica internazionale del Paese.
Dopo l'ottobre del 1922 Mussolini decise di abolire le celebrazioni del primo maggio e stabilì la data del 21 aprile (Natale di Roma) per festeggiare "il lavoro italiano e non quello inteso in senso astratto e universale". Durante il ventennio di regime fascista, tuttavia, in molte grandi città le commemorazioni proseguirono, sia pure in modo clandestino.
Nel 1945, con la Liberazione, il primo maggio tornò a coincidere con la festa del lavoro.
Delle celebrazioni in epoca repubblicana resta memorabile per la sua tragicità quella del 1947 a Portella della Ginestra, nelle campagne del palermitano, dove durante una manifestazione di braccianti i banditi di Salvatore Giuliano spararono sulla folla uccidendo 11 persone.
Negli anni successivi le celebrazioni del primo maggio si intrecciano con le vicende interne alle confederazioni sindacali e agli svilupi della situazione politica, sociale ed economica dell'Italia.
Da diversi anni a Roma si tiene in Piazza San Giovanni, un gigantesco concerto gratuito organizzato dalle associazioni sindacali italiane.
2 commenti:
9 ore consecutive di concerto! Che bel modo di festeggiare il primo maggio!
E poi ho letto i nomi dei cantanti e alcuni mi piacerebbe sentirli dal vivo...
...e questi dati sono significativamente aumentati...
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