Ci sono nuove macchine in arrivo che promettono di rivoluzionare l’espresso a casa. Ci sono sempre nuove miscele e nuove speziature offerte nei bar e nei ristoranti. A fine pasto c’è chi ci presenta la carta dei caffè, per scegliere tra una selezione brasiliana o una di Giava. Non solo: durante il pasto i chicchi di caffè li abbiamo ritrovati in abbinamento al risotto o agli spaghetti. E poi i corsi di degustazione come per il vino, le guide ai caffè e molto altro. Insomma, è caffè-mania o caffè-business.
Per i napoletani tradizionalisti non c’è dubbio: il vero caffè non può che uscire dalla moka partenopea con il caratteristico beccuccio rivolto verso il basso e che va ribaltata non appena l’acqua bolle, erede della versione rovesciabile di caffettiera inventata nel 1819 dal parigino Morize, che risolse il problema della separazione dai fondi, superando la preparazione per infusione che ha fatto la storia di questa bevanda.
La moka è invece frutto dell’invenzione di Renato Bialetti che brevettò nel 1933 la prima caffettiera con l’omino con i baffi che rivoluzionerà il consumo casalingo di caffè, diventando un simbolo della storia dell’Italia. E ancora oggi la Moka domina nelle case degli italiani stando a un’indagine che Astra ricerche ha realizzato lo scorso anno per Saeco, uno dei produttori leader di macchine espresso automatiche.
Duecento milioni sono le tazzine di caffè consumate ogni giorno nelle case degli italiani. Su 41,7 milioni di persone (dai 15 anni in su) il 73% utilizza la moka mentre il 27% preferisce la macchina espresso, manuale (che funziona con caffè macinato, cialde o capsule) o automatica (si schiaccia semplicemente un tasto, ed espelle poi i fondi in un contenitore interno).
“L’indagine – ha sostenuto Enrico Finzi, presidente di Astra Ricerche – ci consente di raccontare la storia d’Italia degli ultimi settant’anni anche attraverso i modi di fare il caffè. Infatti, se la moka è il simbolo della prima modernizzazione del boom economico, la macchina espresso manuale lo è di quella degli anni ’80, la macchina a capsule degli anni ’90 e l’automatica è l’icona dell’inizio del nuovo millennio”.
Insomma, la battaglia sul mercato si combatte a suon di innovazione e anche di ricerche che cercano di capire o indicare le tendenze. Tanto che c’è chi punta sulle automatiche – basta pigiare un tasto e la macchina fa tutto da sé – e chi sta piuttosto rivoluzionando cialde e capsule, come Illy.
In questa rincorsa la moka appare destinata a essere riacciuffata dalle macchine espresso – la prima, per i bar, fu inventata nel 1901 dall’ingegnere milanese Luigi Bezzera - anche nell’uso domestico.
Quel che è certo che tra moka e espresso una differenza sostanziale rimane: lo strato di crema. L’espresso lo fa, la moka o la napoletana no. Perché? Molte le ragioni: dalla macinatura alla pressione dell’acqua, dalla costanza della temperatura alla miscela. È infatti proprio il giusto equilibrio tra Arabica e Robusta che dà da una parte aroma e acidità e dall’altra il corpo e la crema in tazza.
Ma curiosità e passioni non finiscono qui. C’è chi discute sulla Moka: d’acciaio o d’alluminio? Per non parlare del caffè lungo e di quello ristretto, in tazza o nel bicchiere di vetro? E se poi si entra a discutere di caffè macchiato o corretto altri mondi si aprono.
Qual è il vostro caffè preferito? Come amate prepararlo e berlo?
(testo e immagine da interne)
2 commenti:
Non sono una grande amante del caffè, però tutte le mattine alla pausa caffè, prendo un buon caffelatte che fanno ad un bar vicino al posto dove lavoro.
L'anno scorso, un mio amico a Napoli, mi ha portato al "caffè del professore" è mi ha fatto assaggiare "Il caffè alla nocciola". Ancora mi rimane in mente il sapore... mi è piacciuto molto.
mmmmm deve essere buonissimo quel caffè alla nocciola!!!a me piace(ma questo non posso chiederlo nel bar perché probabilmente il cameriere può dirmi di andare a ...)con un po' di latte,con un po' di panna e con un po' di cannella e beh,anche con qualcosa dolce da mangiare o una sigaretta se non lo prendo a casa
Posta un commento