Cara A….,
come dirti che le tue parole dell’altro giorno mi hanno molto turbato. Mi chiedo dove sia l’allieva dell’anno scorso, oppure quella di due anni fa. Ti scrivo queste righe perché so bene che sei sempre tu, la ragazza entusiasta e sveglia, quella che fa sempre le domande difficili e partecipa ad ogni occasione che le si presenta. L’entusiasmo e la curiosità non si perdono così, ad un tratto. Ci accompagnano per sempre.
Ci si avvicina a una lingua così per caso, come è capitato a me, che, a 17 anni, prima ancora di cominciare a studiare l’italiano, n’ero già innamorata. Sì, è un po’ scemo, ammetto, ma nel mio caso la sonorità di certe canzoni sentite alla radio è stata un colpo di fulmine. Una storia molto banale. Poi all’università il sogno si è avverato. In quegli anni ho fatto i primi passi curiosa di scoprire nuovi stimoli, cercando di imparare il più possibile. L’italiano a quell’epoca era fatto di nomi di cantanti, di monumenti visti in TV, di lezioni e di regole da studiare.
Ma l’italiano non è soltanto una lezione sui pronomi, uno scrittore, una scuola … Bisogna andare oltre, e questo l’ho capito dopo. C’era tanto da scoprire! È vero che ricordo con piacere quegli anni passati sui libri ma quello non era ancora l’italiano. L’ITALIANO per me è avvenuto dopo.
Sono stati decisivi i giorni e i momenti vissuti in Italia. Così, le parole che ho imparato per strada, o da gente conosciuta lì, mi sono rimaste impresse nella mente. I paesaggi, i paesini e le città d’arte che ho visitato sono frammenti che hanno segnato la mia vita. Dovresti vedere come sono belle le colline toscane in una giornata di sole con tutti quei girasoli che pare di fare il bagno in un mare dipinto di giallo. Ci sono poi altre immagini indimenticabili: una passeggiata fatta a Lucca; un bel tramonto da un traghetto che mi portava in Sicilia; la magica l’atmosfera in una sera d’inverno a Venezia; le strade porticate di Bologna; l’emozione davanti agli affreschi del Pinturicchio. Attimi di gioia intensa che non potrò mai scordare.
Così, col passare del tempo l’italiano è diventato una passione che mi travolge da anni. E vorrei tanto che anche per te fosse così. Non mollare, ti prego, costruisci il tuo italiano, con i tuoi momenti preziosi, con i tuoi nomi, con i tuoi posti. Sai bene che quello che ti possiamo dare noi insegnanti è ben poco. Sono le esperienze che ci arricchiscono. Noi siamo strumenti, non altro, ma la strada, se veramente ti va di compierla, sei tu da sola che la devi fare. Vivere una lingua attraverso la sua letteratura non è male ma secondo me, non basta. Bisogna viverla fino in fondo…
Mi auguro tanto che tu riesca a ritrovare quello che hai perso.
Un bacione.
Tua Amparo.
lunedì 4 dicembre 2006
lettera a un'allieva
Amparo, la nostra amica e collega del Dipartimento di Italiano, ci ha raccontato di una sua allieva, bravissima, ora in crisi con "l'italiano". Da brava insegnante le ha scritto una lettera molto bella per motivarla e tirarla su. E noi abbiamo pensato che queste riflessioni e questi preziosi consigli potrebbero essere utili anche ad altri.
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5 commenti:
Sapere che ci sono insegnanti così mi riempie il cuore di gioia e di speranza.
Grazie Amparo
Mado' che belle parole... come mi riconosco in questa lettera... mi ha anche fatto emozionare... ricordare...
Soltanto c'è una cosa che forse essendo voi le insegnati non riuscite a vedere... ma a me avete dato molto anche voi!! E vi ringrazio tantissimo :o)
Grazie mille per le tue parole molto incoraggianti. amparo
grazie, maría jesús. anche avere alunne come te dà molto a noi insegnanti e parlo anche a nome di amparo. è un piacere avere persone come te a lezione! un caro saluto.
grazie di cuore anche a Paolo per le sue belle parole.
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