martedì 19 febbraio 2013

"Mare al mattino", un romanzo di Margaret Mazzantini

Margaret Mazzantini

Joaquim Campos, alunno del dipartimento di italiano, ha voluto condividere con tutti gli alunni della scuola un altro articolo, in cui, questa volta, parla di un romanzo della famosa scrittrice Margaret Mazzantini.

Copertina del libro

Mare al mattino è un romanzo di Margaret Mazzantini, nata a Dublino. Margaret  Mazzantini ha esordito nella narrativa nel 1994 con Il catino di zinco. Ha scritto Manola, Non ti muovere, Zorro, Nessuno si salva da solo, Venuto al mondo. Su quest'ultimo romanzo , suo marito , Sergio Castellito ha girato un film, appena uscito nelle sale, che in spagnolo è stato intitolato Volver a nacer.

Mare al mattino affronta il tema della migrazione delle persone, parla della violenza della natura e della guerra, della speranza del genere umano, ma soprattutto parla della forza delle donne, delle madri, quando devono difendere il futuro dei loro figli. È il racconto di una realtà che ancora oggi è presente in molti paesi del mondo e che distrugge il futuro e la vita di tantissime persone. 

Mare al mattino è un lungo ponte, quello che unisce due mondi che sono stati alleati e poi nemici. Il mare è la speranza per i protagonisti. 

Mare al mattino parla della Libia. Sono due storie, due madri e due figli, che  attraversano il mare, in senso opposto, con destini diversi, ma sempre con lo stesso carico di dolore, sofferenza, rammarico.

Nel romanzo si intrecciano due storie simili tra di loro: quella di Jamila e di Farid, costretti a fuggire dalla Libia in guerra, e quella di Angelina e Vito, che ritornano in Libia dopo la guerra e per poco tempo. 

Jamila è una vedova, ventenne, in fuga . Viene spinta verso l'immensità del mare. Lo decide il rais, Gheddafi, che vuole riempire di miserabili il mare per far tremare l'Europa.
Jamila discende da una famiglia di beduini, che si muovono nel deserto. 

Il deserto è come una bella donna, non si rivela mai, appare e scompare. Ha un volto che cambia forma e colore, vulcanico o bianco di sale. Un orizzonte invisibile, che danza e si sposta come le sue dune. 

I beduini vivono una vita tranquilla, ma scoppia la rivoluzione e sono costretti a scappare. Il marito viene ucciso e Jamila parte con il figlio, Farid, sulla prima nave disponibile. È una madre che ama il figlio fino alla follia e gli dà tutte le attenzioni per rendere sopportabile pure la morte. 

Cartolina dell'epoca della guerra di Libia

Vito vive in Sicilia. Sua madre , Angelina, è una donna sola, divorziata, che osserva e scruta spesso il mare. I nonni di Vito, Antonio e Santa, erano emigrati in Libia, spinti dalla propaganda fascista, e lì producevano candele per chiese e moschee, parlavano arabo e avevano amici di ogni religione. Angelina era felice a Tripoli, ma nel 1970, quando Gheddafi prende il potere, tutti vengono cacciati e costretti a lasciare tutto e ritornare in Italia , dove vengono accolti come stranieri: venivano chiamati " tripolini", con un certo disprezzo. 

Noi siamo tripolini, non siamo né qui né li, siamo fermi in mare come quei ragazzi senza approdo. 

Angelina ce la fa, si costruisce una vita, ma guarda sempre il mare. Quando le frontiere vengono aperte, la famiglia di Vito visita Tripoli. Lo spirito della famiglia è rimasto segnato per sempre. 

I protagonisti delle due storie non si incontrano mai, perché appartegono a due epoche storiche differenti: la salita al potere di Gheddafi l'anno 1970 e la sue fine nel 2011, non sapranno mai della reciproca esistenza, ma le storie si specchiano una nell'altra e formano un'unica grande storia che è quella di un mare, unione tra due terre. 

Margaret Mazzantini riesce a trasmettere il dolore e la voglia di conoscere questi fatti.
Il libro mi ha fatto capire la sofferenza di chi attraversa il mare per vivere, malvoluto, in Europa o in Africa. 

Leggendo il libro mi è venuto in mente Fathi, libico, compagno di studio, e, soprattutto amico. Cosa ti è successo? Com'è finita la tua storia, Fathi? 

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Alcuni cenni storici
  • Il primo ministro italiano Giovanni Giolitti iniziò la conquista della Tripolitania e della Cirenaica nel 1911. 
  •  Il Regno d'italia, dopo la prima guerra mondiale, avviò una colonizzazione che ebbe culmine sotto l'impulso di Mussolini, con un afflusso di coloni provenienti in particolare da Veneto, Sicilia, Calabria e Basilicata.
  • Nel 1939 gli italiani erano il 13% della popolazione (a Tripoli e Bengasi, erano il 35% della popolazione).
  • Gli italiani costruirono in circa trent'anni ( 1912-1940) infrastrutture come strade, ponti, ferrovie, ospedali, chiese, porti, eccetera, e l'economia libica ne ricevette benefici effettivi. Resero coltivabili terreni semidesertici.
  • Anche l'archeologia fiorì: città romane scomparse, come Leptis Magna o Sabratha, furono riscoperte. La Libia italiana arrivò ad essere considerata la nuova "America" per l'emigrazione italiana.
  • Con l'ascesa al potere del colonnello Gheddafi, nel 1970, comincia una fase di gelo tra i due paesi, gelo destinato a durare fino agli anni Novanta. Con un decreto del 1970 il colonnello confisca tutti i beni posseduti dai coloni italiani. Sono costretti a rientrare in Italia senza più nulla: lavoratori che hanno perso i risparmi di una vita. Sono stranieri in patria. Sono chiamati "tripolini". 
  • Per concludere, possiamo citare alcuni italiani nati in Libia ( tripolini):
    • Claudio Gentile (calciatore e allenatore)
    • Rossana Podestà ( attice cinematografica)
    • Valeria Rossi ( cantante)
    • Lorenzo Bandini ( pilota automobilistico)

JOAQUIM CAMPOS

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Me encantaré leer el libro! Gracias por dárnoslo a conocer.
Susana Gómez 1º Básico

Annalisa ha detto...

Un articolo evocativo... Non vi fa venire voglia di saperne di più? A me sì! Complimenti all'autore! :)

Annalisa ha detto...

Un articolo evocativo... Non vi fa venire voglia di saperne di più? A me sì! Complimenti all'autore. :)

Anonimo ha detto...

Bella recensione, fa venir voglia di leggere il libro ! Complimenti continua così.

Gio ha detto...

Complimenti Joaquín! Un testo molto bello e un'ottima scelta: la Mazzantini è una delle mie scrittrici preferite.

Unknown ha detto...

Complimenti Joaquín!
Ciò che più mi ha sorpreso è che ho letto questo libro proprio un paio di settimane fa! Davvero delicato e forte allo stesso tempo.

Anonimo ha detto...

Bravissimo articolo. Per me è stato un scoprimento perché non conoscevo niente della politica di Italia, dei suoi movimenti migratori, dei rapporti con l'Europa principalmente. Questo mi fa voglia di saperne di più, di leggere testi storichi per comprendere come sono fate le divisioni delle regioni italiane e perché hanno differenze tra loro.
Infiniti complimenti.
MT

Reggio Lingua ha detto...

Salve Joaquim,
le recensione é molto ben fatta: sintetica,tocca i punti essenziali di interesse del libro ed é ben scritta. Avevamo letto altri libri della Mazzantini ma non questo ... ora ci hai fatto venir voglia di leggerlo.
Bravo!

Reggio Lingua ha detto...

Ciao Joaquim,
la tua recensione è ben fatta:sintetica, tocca i punti essenziali del libro ed è ben scritta. Avevamo letto altre opere della Mazzantini ma non questo libro ... ora ci è vunuta voglia di leggerlo.
Bravo!

Anonimo ha detto...

Sentida recensión. Tras leerla tienes unas ganas enormes de zambullirte en la novela. Recuerda a todas esas historias de personas que dejaron su tierra: marcharon, volvieron, y en un sitio y en otro siempre fueron "extraños".

Anonimo ha detto...

Una estupenda recomendación ahora que se va acercando el día del libro.

Anonimo ha detto...

Dopo aver letto l'articolo ho voglia di leggere il libro.

Anonimo ha detto...

Una historia muy interesante y poco conocida.un libro a tener en cuenta .Gracias por el articulo
Cosme Cuenca

Anonimo ha detto...

Complimenti. Dopo aver letto il tuo articolo e ho iniziato a leggere il libro. non sapevo niente di questa storia e mi è sembrata magnifica. Complimenti di nuovo, Joaquim

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