domenica 8 giugno 2008

IL LIBRAIO DI SELINUNTE

L'immagine dell'Italia è negli ultimi tempi quella di un paese in cui si pensa di inasprire le leggi riguardo all'immigrazione introducendo addirittura il reato di "immigrazione clandestina"; in cui si assaltano campi rom in città piene di immondizia; in cui un ragazzo a Verona viene ucciso da degli estremisti di destra solo per aver negato loro una sigaretta. Ma non è solo questo, e volevamo presentarvi uno di quegli italiani che riescono ancora a creare la bellezza, ad osservare la realtà e a penetrare nei suoi strati più profondi per offrirci un'oasi di intelligenza.
È il caso, per esempio, di ROBERTO VECCHIONI, che dopo tanti anni di bellissime poesie in musica, ha presentato alla Fiera del Libro di Madrid la traduzione del suo libro "IL LIBRAIO DI SELINUNTE" che in Italia è uscito nel 2004.


Perché abbiamo dedicato un post a questo libro, vi starete chiedendo? La risposta è ci è sembrato importante perché questo romanzo-favola racconta l'importanza delle parole, della conoscenza e della coscienza, in definitiva: la fondamentale funzione dei libri.
Il romanzo racconta infatti la storia di Nicolino, un ragazzino di Selinunte, (piccolo paesino della Sicilia) che "incontra il nuovo libraio, l'uomo più brutto mai visto, che non vende libri, ma li legge a chi lo vuole ascoltare. Grazie a questi, Nicolino scoprirà di sentirsi attratto dalla bellezza che possono suscitare i libri nell'animo umano e non potrà più farne a meno lasciandosi trasportare in un percorso di stupende letture".
Il romanzo ha origine da una canzone di Vecchioni il cui testo - bellissimo - vi riportiamo qui di seguito, che potete leggere mentre ascoltate la canzone del video.


Il libraio di Selinunte
(Roberto Vecchioni)


Così di notte
quando tutto era silenzio nella strada,
io scavalcavo la finestra e camminavo con le scarpe in mano,
e mi infilavo nella luce fioca della sua bottega
per sentire la voce di quel piccolo uomo.
Così di notte in quella stanza
dove mi dimenticavo il tempo,
io stavo ad ascoltarlo di nascosto mentre lui leggeva
parole di romanzi e versi come cose da toccare
e al frusciare di pagine mi sentivo volare...
E le parole come musica di seta
mi prendevano per mano,
e mi portavano lontano dove il cuore
non si sente più lontano:
dentro le immagini, nei libri e nella pelle
di chi aveva già vissuto cose tanto uguali a me,
nella follia d'essere uomo e nelle stelle
per andare oltre il dolore più inguaribile che c'è;
e le parole si riempivano d'amore,
le sue parole diventavano d'amore,
le sue parole diventavano l'amore...
Così la notte quando gli incendiarono la casa,
e la gente rideva e diceva che era finalmente ora,
capii che c'è davvero una diversità infinita
tra imparare a vivere e imparare la vita;
guardavo il pifferaio che si portava dietro le parole
e se le trascinava nella luce bianca della luna:
non si voltò, non si voltò neanche a salutare,
se le prese su tutte e le gettò nel mare...
E le parole del libraio da quella sera
se ne andarono per sempre
e mi lasciarono con gli occhi di un bambino
che non può sognare più.
Tutte le notti torno con le scarpe in mano
per vedere se da qualche parte le riporterai;
di giorno provo a ricordarmele ma invano,
troppi uomini non cambiano e non cambieranno mai:
parlano tutti ma non dicono parole,
le loro cose non diventano parole,
mi manchi tu, mi mancano le tue parole...
Ma ci son sere che scendendo verso il mare
mi sembra come di sentirti, e non ti vedo;
ma se mi illudo che sia ancora tutto vero
quasi ci credo.



RINGRAZIAMO AMPARO NAVALÓN PER LA SEGNALAZIONE!

3 commenti:

mariajesus ha detto...

Se il libro è bello quanto la canzone sarà proprio da leggere.
Grazie Amparo e Giovanna!

María ha detto...

Peccato che un paese così pieno di bellezza sia in mano di un gruppo così pieno di bastardi!

Anonimo ha detto...

bellissimo video,da Vecchioni c'è un brano che mi fa ballare come pazzo "voglio una donna"

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