martedì 17 dicembre 2024

Da Tik Tok alla Treccani: 5 nuove parole che identificano la cultura

 Tempo di lettura 2 min

Il 2024 su Tik Tok lascia il segno nella quoridianità degli italiani, con cinque nuove parole che entrano ufficialmente nella Treccani. Espressioni che rappresentano un cambiamento linguistico che non si limita al mondo digitale portando con sé nuovi modi di pensare e di raccontare la realtà.

Volete sapere quali sono?

Creator: Persona che, per mestiere o per passione, crea e pubblica contenuti originali e innovativi, principalmente video, da destinare alle piattaforme digiali.

Delulu: Questa parola deriva da Delusional che significa illuso/a  viene utilizzata per descrivere una persona o se stessi quando crediamo in fantasie irrealizzabili e veniamo appunto delusi. Su Tik Tok viene ulizzata sopratutto  nel contesto delle relazioni, come quando una persona si prende una cotta per un influencer.

Demure: Di persona, elegante e riservato, sobrio e discreto nel modo di presentarsi e comportarsi; il termine "demure" viene usato anche in senso ironico. In questo caso, su piattaforme come Tik Tok, viene usato per ridicolizzare atteggiamenti che appaiono finti ed eccesivamente composti.

POV: Acronimo che sta per "Point of View" in inglese, che significa "punto di vista" in italiano. Viene utilizzato per indicare la prospettiva da cui si osserva una situazione in prticolare. È diventato un termine popolare per introdurre un video o un contenuto in cui si racconta una storia dal punto di vista di una persona o di un personaggio.

Slayare: Nel linguaggio dei social media, significa fare un ottimo lavoro, realizzare una performance molto soddisfacente, viene usato in una dimensione colloquiale. Quando qualcuno "slaya", significa che sta eccellendo in ciò che fa, sia nel modo di vestirsi, nel comportamento o in qualsiasi altro contesto.


Devo ammetterlo, nonostante abbia 23 anni, conoscevo solo 2 di queste parole. Da vera boomer (come mi chiamano i miei amici), non ho Tik Tok, quindi ho dovuto fare un piccola ricerca per capire il significato delle parole. Ma ora sono curiosa... voi quante ne conoscevate?


                                                                                                                                                   Ana

lunedì 2 dicembre 2024

I Pinguini Tattici Nucleari: imparare l'italiano a ritmo di musica

Tempo di lettura: 2 min.


La musica è uno strumento fantastico per imparare una nuova lingua, e i Pinguini Tattici Nucleari rappresentano un'ottima scelta per chi vuole migliorare il proprio italiano divertendosi. Questo gruppo italiano, nato nel 2010, si distingue per i testi ironici ricchi di riferiment culturali, e per uno stile musicale vario e coinvolgente. Il loro nome deriva da una birra scozzese, ma la loro musica è tutt'altro che banale.

Canzoni consigliate

Ringo starr

Questa canzone presentata al Festival di Sanremo 2020, racconta il sentirsi un po' "diversi" fuori posto, usando il nome dei Beatles come metafora.

Giovani Wannabe

Questa canzone è un inno alla giovinezza e alla voglia di libertà, con un ritmo vivace celebra i sogni e le aspirazioni.

Islanda

Questa canzone racchiude emozioni profonde. Il testo, va oltre la storia d'amore, trasmettendo un messaggio universale e toccante. É un viaggio emotivo che parla non solo di sentimenti, ma anche di trovare se stessi e di scappare dalla quotidianità.

Migliore

Una dedica meravigliosa a Giulia Tramonatano e Thiago, il suo bimbo mai nato. La canzone affronta il tema della violenza sulle donne con delicatezza e profondità senza mai nominarlo direttamente, ma trasmettendo un potente messagio di dolore e speranza attraverso una ballad travolgente.


Come sfruttare la loro musica per imparare l’italiano

  1. Ascolta i testi con attenzione: Segui le parole leggendo i testi mentre ascolti le canzoni.

  2. Annota parole nuove: Cerca vocaboli o espressioni che non conosci e scrivile in un quaderno.

  3. Canta!: Ripetere i testi cantando aiuta a migliorare la pronuncia e la fluidità.


In conclusione, i Pinguini Tattici Nucleari non sono solo una band da ascoltare, ma un viaggio attraverso le parole, la cultura e l'energia della musica italiana. Che tu stia imparando l’italiano o semplicemente cercando nuove sonorità, lasciati ispirare dai loro testi e melodie. La musica, dopotutto, è un linguaggio universale che unisce, emoziona e insegna. Buon ascolto!


                                                                                                                                                                Ana


 

lunedì 25 novembre 2024

Le sorellle Mirabal: Il simbolo del 25 Novembre, Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne

Tempo di lettura 2 min.

I25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall'ONU nel 1999 in memoria delle sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana, uccise il 25 novembre 1960 dagli agenti del dittatore Rafael Trujillo.

Le sorelle Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, note come "Las Mariposas(Disney + ha dedicato loro la serie tv El grito de las Mariposas), facevano parte del Movimento 14 giugno, un gruppo clandestino che si opponeva alla dittatura e lottava per i diritti delle donne. Erano già state incarcerate per il loro attivismo e, secondo alcune fonti, Trujillo considerava loro e la Chiesa i suoi principali nemici. 

Il giorno della loro morte, le tre sorelle stavano tornando dalla visita ai mariti incarcerati. Fermate dalla polizia, vennero picchiate brutalmente, strangolate e gettate in un burrone con la loro jeep, simulando un incidente. Secondo l'UNESCO, furono uccise perché donne e attiviste. Minerva aveva detto: "Se mi uccidono, tirerò fuori le braccia dalla tomba e sarò più forte", una frase che si rivelò quasi profetica: la loro morte accelerò la caduta di Trujillo, assassinato meno di un anno dopo.

La loro storia divenne simbolo della lotta contro la violenza di genere e, nel 1981, fu commemorata nel primo Incontro Femminista dell’America Latina e dei Caraibi a Bogotà, dove molte donne denunciarono abusi e violenze subite. Da allora, il 25 novembre è diventato un giorno per ricordare e combattere la violenza contro le donne a livello globale.


FONTE: Il Corriere della Sera, Testo di Giulia Taviani

                                                                                                                                                                                                                        Ana





martedì 26 marzo 2024

SAPETE COME CUCINARE LA VERA CARBONARA? La ricetta facile e veloce da leccarsi i baffi!

 

Carbonara, ricetta perfetta per preparare la Pasta alla Carbonara come la servono a Romaricca e cremosa! Per preparare la vera carbonara sono necessari pochissimi ingredienti. Infatti, la carbonara secondo la ricetta originale, si prepara con la pasta, che possono essere spaghetti, rigatoni o mezze maniche (come si usa a Roma), il pecorino romano DOP stagionato, il guanciale (di qualità) e il pepe nero. Vabbè, e l’acqua per la cottura, tanto per essere precisi!





puristi della Carbonara non transigono: servono solo questi ingredienti e vengono banditi parmigiano al posto del pecorino, pancetta o bacon al posto del guanciale o, ancora peggio, panna o cipolla o aglio. Io non sarò tanto fiscale, tanto a casa propria ognuno è libero di cucinare come vuole, ma vi voglio comunque lasciare la ricetta originale della Carbonara, come viene servita nelle varie osterie di Roma. E quanta ne ho mangiata! Qualche anno fa ho avuto la fortuna di assistere ad uno showcooking dello Chef Luciano Monosilio, chiamato a Roma il Re della Carbonara, da cui ho appreso qualche trucchetto e come preparare una Carbonara perfetta, super cremosa!




La Carbonara è davvero semplice da fare, alla base della nostra cucina italiana, ma ci sono alcune piccole accortezze da rispettare, per farla nel migliore dei modi. Ecco la ricetta della Carbonara, la carbonara originale cremosissima!


E’ nata come piatto povero della cucina romana con gli ingredienti che si avevano a disposizione, quindi le uova, il formaggio e il guanciale. Anticamente veniva preparata con le uova intere, con il tempo la ricetta è stata affinata e si utilizzando solo i tuorli.

    Il conteggio delle uova è di 1 tuorlo medio a commensale + 1 tuorlo extra

    . Quindi se siete in 4, vi serviranno 5 tuorli. Se siete in 2, solo 3 tuorli! Per avere una bella crema gialla, utilizzate uova a pasta gialla, ma, ovviamente non è indispensabile. Io ho utilizzato queste, per questo la crema ha un bel colore vivo!

    Se volete una Carbonara più ricca e cremosa e soprattutto se la porzione di pasta è più di 100 grammi a testa, fate il conteggio di 1 tuorlo ogni 50 grammi di pasta. Onestamente, dato che faccio porzioni da 100 g, utilizzo sempre le dosi che vi ho indicato tra gli ingredienti e in ricetta.

    Per il pepe, vi consiglio di utilizzare del pepe nero in grani, macinato al momento, che conferirà tutto l’aroma.

  1. Per prima cosa, mettete a scaldare una pentola di acqua. Come sale ne basta poco: circa metà del solito quantitativo, dato che il pecorino è già molto saporito. Quando avrà raggiunto il bollore, lessate la pasta prescelta: pasta lunga come spaghetti o bucatini, ma anche le mezze maniche sono perfette.




Prendete il guanciale, eliminate la cotenna, e tagliatelo a listarelle piuttosto spesse, di ca. mezzo centimetro.


Lasciatelo sfrigolare in una padella, a fuoco moderato, finchè la parte grassa non diventerà trasparente. Non serve aggiungere altro olio, dato che cuocerà già nell’abbondante suo grasso. Versate il grasso all’interno di una scodellina. Rimettete il guanciale sul fuoco per renderlo croccante per qualche minuto, poi spegnete la fiamma e conservate il guanciale a parte.




Adagiate i tuorli all’interno di una scodella, unite il pecorino (tenendone due cucchiai per la decorazione) e una spolverata di pepe nero macinato al momento. Amalgamate brevemente con una spatola.


Unite 2 mestolini di grasso del guanciale per rendere il composto di tuorli cremoso, denso e vellutato, amalgamando con la spatola.


Tenete da parte un bicchiere di acqua di cottura della pasta e scolatela al dente.




Versate la pasta nella padella dove avete cotto il guanciale, a fuoco spento, e unite la crema di tuorli e pecorino e un mestolino di acqua di cottura. Mescolate molto bene per far amalgamare il tutto. Se fosse necessario, unite ancora acqua. Questa operazione andrà fatta rigorosamente fuori fuoco.


Quando la pasta alla carbonara sarà diventata super cremosa (ma non liquida), grazie al calore della pasta e agli amidi contenuti nell’acqua, unite il guanciale (tenendo qualche listarella per la decorazione), amalgamate brevemente e servite nei vari piatti.





Decorate con una spolverata di pecorino e ancora un po’ di pepe. La vostra Carbonara è pronta! La vera Carbonara proprio come viene servita nella osterie di Roma!

Fatemi sapere nei commenti quanto amate la Pasta alla Carbonara!


Paolo



IL BILINGUISMO: PALESTRA DELLA MENTE

Diversi studi scientifici dimostrano chiaramente i benefici dell’apprendimento delle lingue, che provocano un vero e proprio allenamento per il nostro cervello, che funziona come un muscolo.Lo studio di una seconda lingua sviluppa e mette in gioco diverse aree cerebrali, aumentando la potenzialità della materia grigia.

La conoscenza di due o più lingue implica il fatto che il cervello di una persona bilingue funzioni in modo diverso rispetto a quello di una monolingue.

I vantaggi del bilinguismo sono tanti e molto importanti. Studi dimostrano come la mente bilingue si dimostri più flessibile, predisposta all’apprendimento, alla modalità multi-tasking, e al problem solving, addirittura già a 11 mesi di età.

Il bilinguismo è associato anche a uno stile di pensiero più creativo e divergente, proprio perché il bambino bilingue ha a sua disposizione due o più parole per significare il medesimo oggetto. Possedere un campo semantico più ampio offre la possibilità di concettualizzare un problema in modo più complesso e variegato, potendo arricchire e modulare il pensiero su due lingue diverse. A sua volta questa capacità di ragionare contemporaneamente sui concetti si traduce in una maggior abilità di analisi e di sintesi nella gestione delle complessità.

Da un punto di vista grammaticale, il cervello bilingue diventa precocemente abile a ragionare su variazioni linguistiche e grammaticali, ossia ciò che si definisce: consapevolezza metalinguistica. Inoltre il bambino sarà stimolato da un punto di vista cognitivo, e questo faciliterà l’apprendimento di ulteriori lingue.

Le persone bilingui sviluppano poi una superiore sensibilità comunicativa che le spinge a monitorare gli accorgimenti linguistici da seguire, che le porta a essere più attente ai bisogni dell’interlocutore, e a prestare maggiore attenzione anche ai segnali non verbali.

E ancora, nel bilinguismo infantile la capacità di concentrazione che viene sviluppata dal bambino per evitare che le due lingue gli si “mescolino” nella mente, lo allena naturalmente all’attenzione anche nello svolgimento di compiti non linguistici.

Inoltre, come suggeriscono i ricercatori, parlare un’altra lingua anche in maniera parziale potrebbe aiutare a evitare la demenza. Gli scienziati ritengono che parlare una lingua straniera eserciti il cervello e fornisca la stimolazione mentale necessaria per prevenire il declino cognitivo.

Un'analisi degli studi esistenti ha rilevato che alle persone bilingui viene diagnosticata la demenza in media da cinque a sette anni dopo rispetto alle persone che parlano una singola lingua. Un altro studio che ha esaminato gli esperimenti cognitivi ha dimostrato che più una persona è lunga e fluente in una seconda lingua, migliore è la protezione.


Lucia

martedì 12 marzo 2024

QUALI SONO LE MINORANZE LINGUISTICHE IN ITALIA E DOVE SONO?

In Italia si parlano 12 lingue ufficialmente riconosciute, oltre all’italiano. Da nord a sud, circa 3 milioni di persone, distribuite in mille comuni di 14 regioni diverse, conservano ancora memorie e uso degli idiomi degli antenati. Sono le cosiddette minoranze linguistiche, una preziosa eredità culturale, ricca di differenze, testimone della tradizione multiculturale del nostro paese e della nostra storia di ponte tra l’Europa continentale e il Mediterraneo.

Le minoranze linguistiche in Italia vengono identificate generalmente in zone di confine come per esempio la Val d'Aosta, dove risiede una numerosa comunità germanofona.

Sono anche riconosciute come minoranze linguistiche quelle comunità insediate da molto tempo in Italia (come quella greca e quella albanese nel nostro Meridione) che continuano a usare le lingue del proprio paese di provenienza. Il griko è, per esempio, la variante di greco che si parla in alcune zone del Salento.

In altri casi, sono state riconosciute come lingue a sé e da tutelare quelle di zone con un'identità geografica e storica molto diverse da quelle italiane, come nel caso della Sardegna e del Friuli-Venezia Giulia.

Le lingue di minoranza riconosciute ufficialmente in Italia sono: albanese, catalano, lingue germaniche, griko, croato, francese, franco provenzale, occitano, ladino, friulano, sardo e sloveno.




Cosa dice la legislazione italiana a tutela delle minoranze linguistiche?

La tutela delle minoranze linguistiche è parte integrante della Costituzione Italiana, che la esprime negli articoli 2, 3, 6 e 8.

In tali articoli, e in alcuni aggiunti successivamente, si mette in essere un'ampia e puntuale disciplina dell'insegnamento pubblico delle lingue minoritarie da tutelare.

Nel 1999 è stato anche postulato come negli uffici delle amministrazioni pubbliche dei territori dove sono presenti minoranze linguistiche sia ammesso l'uso orale e scritto delle lingue tutelate.

In quegli stessi territori è inoltre utilizzata una segnaletica pubblica e stradale bilingue, che valorizza anche la toponomastica tradizionale.

Infine, per chi lo volesse, è assicurato il diritto di ripristino di nomi e cognomi della lingua originaria qualora i cittadini siano stati obbligati in passato a “italianizzare” i propri nomi e cognomi.

Con una tale ricchezza culturale e linguistica, in Italia si richiedono spessissimo traduzioni di documenti ufficiali in lingue di minoranze linguistiche riconosciute: è un segno di rispetto e di inclusione radicato nella nostra legislazione fin dalla sua nascita.


Lucia









Da Tik Tok alla Treccani: 5 nuove parole che identificano la cultura

  Tempo di lettura 2 min Il 2024 su  Tik Tok lascia il segno nella quoridianità degli italiani, con cinque nuove parole che entrano ufficia...