mercoledì 18 gennaio 2023

Perché gli italiani vanno via?



 Ciao a tutti ragazzi, oggi vi parlerò di un fenomeno di cui magari non tutti siete a conoscenza, ovvero della migrazione dei giovani italiani, che sta aumentando, e vi spiegherò i motivi e la situazione dell’Italia che spinge moltissime persone verso il cambio di vita e di paese per varie ragioni che ora vedremo. 

Migrazione in numeri

Sono 5,8 milioni gli italiani emigrati all'estero, un numero che supera quello degli immigrati stranieri regolarmente residenti in Italia (quasi 5,2 milioni). Molti sono i giovani che se ne vanno, soprattutto dal sud, a causa delle discriminazioni anagrafiche, territoriali e di genere. Inoltre la maggioranza dei giovani di origine straniera presenti in Italia progettano di costruire la loro vita all'estero. Portogallo, Romania, Tunisia e Spagna invece,  sono le mete preferite dei pensionati italiani che decidono di andare all'estero per la vecchiaia. Dal 2006 ad oggi la presenza degli italiani all'estero è progressivamente cresciuta passando da 3,1 milioni a oltre 5,8 milioni. Si tratta dei cittadini italiani iscritti all'Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero) e rappresentando il 9,8% degli oltre 58,9 milioni di italiani residenti in Italia. Mentre l'Italia ha perso in un anno lo  0,5% di popolazione residente, all'estero è cresciuta negli ultimi 12 mesi del 2,7%.


Meno parlamentari per più elettori

Il numero di parlamentari eletti all'estero è ora ridotto a causa del restringimento complessivo del numero dei parlamentari (da 20 a 12, di cui 8 deputati e 4 senatori). Paradossalmente, tale contrazione numerica avviene nel momento in cui gli italiani nel mondo sono passati da circa 3 milioni e mezzo degli anni Duemila, quando si è votato per la prima volta direttamente all'estero, agli attuali quasi 6 milioni, letteralmente il doppio. 


Italiani nel mondo 

Dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è cresciuta dell'87% in generale, del 94,8% quella femminile, del 75,4% quella dei minori e del 44,6% quella per la sola motivazione "espatrio".

Tutte le regioni italiane perdono residenti aumentando, però, la loro presenza all'estero, di cui 2,8 milioni circa sono donne. Oltre 2,7 milioni sono partiti dal Meridione, più di 2,1 milioni dal Nord Italia e il restante è, invece, originario del Centro Italia. Quasi 3,2 milioni sono in Europa, oltre 2,3 milioni sono in America, soprattutto nella parte centro-meridionale, più di 1,8 milioni. Gli italiani sono presenti in tutti i paesi del mondo. Le comunità più numerose sono, ad oggi, argentina (903.081), tedesca (813.650), svizzera (648.320), brasiliana (527.901) e francese (457.138). Mentre per gli italiani generalmente è prevalente la volontà di vivere in Italia da grandi, il 59% dei ragazzi stranieri presenti in Italia vede la propria vita da adulti all'estero, mentre solo meno del 40% vede il suo futuro nel nostro Paese.


Chi emigra 

Quando si parla di emigrazione verso l’estero, nell’immaginario collettivo l’immagine più diffusa è quella della “fuga dei cervelli”, ovvero dell’emorragia di giovani laureati.
In realtà, tra i 120 mila italiani che nel 2020 hanno lasciato il Paese, solo il 25,8% ha un titolo di studio alto (Laurea). Al contrario, 3 emigranti su 4 hanno un titolo medio-basso. Più del 40%, addirittura, non ha nemmeno il diploma.
Per quanto riguarda i Paesi di destinazione, quasi un emigrante su tre ha scelto il Regno Unito. Oltre il 60% degli emigrati si è diretto verso soli quattro Paesi: oltre al Regno Unito, le mete più gettonate sono Germania, Francia e Svizzera. Interessante notare, inoltre, l’incidenza di laureati tra gli emigrati per ciascun Paese di destinazione. Le prime tre mete registrano una percentuale di laureati tra il 21% e il 22%, inferiore alla media complessiva. Segno che, vista la facilità di spostamento, questi Paesi attraggono anche manodopera italiana poco qualificata. La maggiore incidenza di laureati si registra invece tra gli emigrati italiani che si stabiliscono nei Paesi Bassi (45,1%) e in Belgio (39,1%), caratterizzati probabilmente da posti di lavoro in grandi imprese, nelle Università e nelle istituzioni europee 


Motivazioni della migrazione 

Il trend in aumento degli espatri è da attribuire in larga parte alle difficoltà del mercato del lavoro italiano di assorbire l’offerta soprattutto dei giovani e delle donne. A queste si aggiunge il mutato atteggiamento nei confronti del vivere in un altro Paese (proprio delle generazioni nate e cresciute in epoca di globalizzazione), che induce i giovani più qualificati a investire con maggior facilità il proprio talento nei paesi esteri in cui sono maggiori le opportunità di carriera e di retribuzione, e di cui si esalta la maggiore meritocrazia rispetto al proprio paese. Sarebbe da esplorare un altro elemento che pure caratterizza questo nuovo ciclo migratorio italiano: il desiderio di andare via dall’Italia. Spesso, chi ora lascia l’Italia (specie i più giovani), non lo fa soltanto perché è costretto, per mancanza di lavoro o per l’impossibilità oggettiva di percepire uno stipendio dignitoso che consenta la programmazione del futuro. Chi emigra oggi lo fa anche perché è spinto da un contesto culturale e politico asfissiante, che non consente di intravedere un orizzonte di speranze, che brucia sul nascere perfino l’immaginario di un mondo e di una esistenza migliori.


La delusione verso l’Italia 

Gli ultimi venti anni in Italia sono stati anche gli anni dei ripetuti grandi scandali di corruzione e di malaffare, Di qui la scelta di molti giovani e adulti di costruire una vita altrove, dove almeno si può «‘respirare un’altra aria’, assumendo anche dei ‘rischi’ per riuscire a soddisfare un bisogno di ‘crescita personale’ che si considera, in vario modo, ostacolato in Italia». la sfiducia in un futuro ‘decente’ in Italia costituisce uno degli elementi centrali che stanno alla base di questa ripresa dei movimenti migratori verso l’estero.

La conseguenza diretta di questo motivo di partenza è il non ritorno. Chi parte perché profondamente deluso dalle prospettive di vita offerte in Italia, tende a non tornare, anche qualora dovesse trovare un lavoro. Non è sufficiente il lavoro, perché è in cerca anche di altro. Inoltre molto spesso sono più giovani degli italiani che rimangono nel paese, di conseguenza generano anche figli all’estero, andando a peggiorare ancora di più la situazione già abbastanza negativa della natalità in Italia. Sono 841mila i minori italiani all'estero (il 14,5% dei connazionali complessivamente iscritti all'Aire): moltissimi di questi nati all'estero, ma tanti altri partiti al seguito delle proprie famiglie in questi ultimi anni. Gli italiani nati all'estero sono passati dai 869mila nel 2006 a 2.321.402 di oggi. La popolazione giovane, sottolinea Migrantes, spesso "parte e non ritorna", spinta dall'alto tasso di disoccupazione e l'assenza di un ascensore sociale.


Pensione in Portogallo, Tunisia e Spagna

Anche nella parte finale della propria vita un bel numero di italiani preferisce trascorrere la pensione all’estero rispetto al proprio paese. Portogallo, Romania, ma anche Spagna, Moldavia, e Portorico le principali mete dei pensionati italiani che decidono di trasferirsi all'estero. La Germania continua ad essere il Paese con il maggior numero di pensionati Inps. In generale, però, nelle nazioni che in passato hanno rappresentato le mete di milioni di italiani, le comunità dei pensionati italiani registrano un trend fortemente in decremento.

Cresce, invece, il numero di pensioni pagate in America centrale, in Asia e in Africa (rispettivamente +48%, +33% e +26%), determinata, da un lato, dal rientro in patria degli immigrati in Italia e, dall'altro, dagli italiani che si sono trasferiti all'estero e vi sono rimasti una volta andati in pensione.


Quindi in conclusione abbiamo visto come ci sia una tendenza dai più giovani alla vecchiaia a cambiare paese nonostante da moltissimi l’Italia sia vista come un sogno. Voi cosa ne pensate? Sapevate di questo problema dell’Italia? Siete d’accordo con i motivi della migrazione? Pensate che ci sia qualcosa di simile anche in Spagna? Fatemi sapere con un commento, un saluto a tutti.

Sergio

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