martedì 26 marzo 2024

SAPETE COME CUCINARE LA VERA CARBONARA? La ricetta facile e veloce da leccarsi i baffi!

 

Carbonara, ricetta perfetta per preparare la Pasta alla Carbonara come la servono a Romaricca e cremosa! Per preparare la vera carbonara sono necessari pochissimi ingredienti. Infatti, la carbonara secondo la ricetta originale, si prepara con la pasta, che possono essere spaghetti, rigatoni o mezze maniche (come si usa a Roma), il pecorino romano DOP stagionato, il guanciale (di qualità) e il pepe nero. Vabbè, e l’acqua per la cottura, tanto per essere precisi!





puristi della Carbonara non transigono: servono solo questi ingredienti e vengono banditi parmigiano al posto del pecorino, pancetta o bacon al posto del guanciale o, ancora peggio, panna o cipolla o aglio. Io non sarò tanto fiscale, tanto a casa propria ognuno è libero di cucinare come vuole, ma vi voglio comunque lasciare la ricetta originale della Carbonara, come viene servita nelle varie osterie di Roma. E quanta ne ho mangiata! Qualche anno fa ho avuto la fortuna di assistere ad uno showcooking dello Chef Luciano Monosilio, chiamato a Roma il Re della Carbonara, da cui ho appreso qualche trucchetto e come preparare una Carbonara perfetta, super cremosa!




La Carbonara è davvero semplice da fare, alla base della nostra cucina italiana, ma ci sono alcune piccole accortezze da rispettare, per farla nel migliore dei modi. Ecco la ricetta della Carbonara, la carbonara originale cremosissima!


E’ nata come piatto povero della cucina romana con gli ingredienti che si avevano a disposizione, quindi le uova, il formaggio e il guanciale. Anticamente veniva preparata con le uova intere, con il tempo la ricetta è stata affinata e si utilizzando solo i tuorli.

    Il conteggio delle uova è di 1 tuorlo medio a commensale + 1 tuorlo extra

    . Quindi se siete in 4, vi serviranno 5 tuorli. Se siete in 2, solo 3 tuorli! Per avere una bella crema gialla, utilizzate uova a pasta gialla, ma, ovviamente non è indispensabile. Io ho utilizzato queste, per questo la crema ha un bel colore vivo!

    Se volete una Carbonara più ricca e cremosa e soprattutto se la porzione di pasta è più di 100 grammi a testa, fate il conteggio di 1 tuorlo ogni 50 grammi di pasta. Onestamente, dato che faccio porzioni da 100 g, utilizzo sempre le dosi che vi ho indicato tra gli ingredienti e in ricetta.

    Per il pepe, vi consiglio di utilizzare del pepe nero in grani, macinato al momento, che conferirà tutto l’aroma.

  1. Per prima cosa, mettete a scaldare una pentola di acqua. Come sale ne basta poco: circa metà del solito quantitativo, dato che il pecorino è già molto saporito. Quando avrà raggiunto il bollore, lessate la pasta prescelta: pasta lunga come spaghetti o bucatini, ma anche le mezze maniche sono perfette.




Prendete il guanciale, eliminate la cotenna, e tagliatelo a listarelle piuttosto spesse, di ca. mezzo centimetro.


Lasciatelo sfrigolare in una padella, a fuoco moderato, finchè la parte grassa non diventerà trasparente. Non serve aggiungere altro olio, dato che cuocerà già nell’abbondante suo grasso. Versate il grasso all’interno di una scodellina. Rimettete il guanciale sul fuoco per renderlo croccante per qualche minuto, poi spegnete la fiamma e conservate il guanciale a parte.




Adagiate i tuorli all’interno di una scodella, unite il pecorino (tenendone due cucchiai per la decorazione) e una spolverata di pepe nero macinato al momento. Amalgamate brevemente con una spatola.


Unite 2 mestolini di grasso del guanciale per rendere il composto di tuorli cremoso, denso e vellutato, amalgamando con la spatola.


Tenete da parte un bicchiere di acqua di cottura della pasta e scolatela al dente.




Versate la pasta nella padella dove avete cotto il guanciale, a fuoco spento, e unite la crema di tuorli e pecorino e un mestolino di acqua di cottura. Mescolate molto bene per far amalgamare il tutto. Se fosse necessario, unite ancora acqua. Questa operazione andrà fatta rigorosamente fuori fuoco.


Quando la pasta alla carbonara sarà diventata super cremosa (ma non liquida), grazie al calore della pasta e agli amidi contenuti nell’acqua, unite il guanciale (tenendo qualche listarella per la decorazione), amalgamate brevemente e servite nei vari piatti.





Decorate con una spolverata di pecorino e ancora un po’ di pepe. La vostra Carbonara è pronta! La vera Carbonara proprio come viene servita nella osterie di Roma!

Fatemi sapere nei commenti quanto amate la Pasta alla Carbonara!


Paolo



IL BILINGUISMO: PALESTRA DELLA MENTE

Diversi studi scientifici dimostrano chiaramente i benefici dell’apprendimento delle lingue, che provocano un vero e proprio allenamento per il nostro cervello, che funziona come un muscolo.Lo studio di una seconda lingua sviluppa e mette in gioco diverse aree cerebrali, aumentando la potenzialità della materia grigia.

La conoscenza di due o più lingue implica il fatto che il cervello di una persona bilingue funzioni in modo diverso rispetto a quello di una monolingue.

I vantaggi del bilinguismo sono tanti e molto importanti. Studi dimostrano come la mente bilingue si dimostri più flessibile, predisposta all’apprendimento, alla modalità multi-tasking, e al problem solving, addirittura già a 11 mesi di età.

Il bilinguismo è associato anche a uno stile di pensiero più creativo e divergente, proprio perché il bambino bilingue ha a sua disposizione due o più parole per significare il medesimo oggetto. Possedere un campo semantico più ampio offre la possibilità di concettualizzare un problema in modo più complesso e variegato, potendo arricchire e modulare il pensiero su due lingue diverse. A sua volta questa capacità di ragionare contemporaneamente sui concetti si traduce in una maggior abilità di analisi e di sintesi nella gestione delle complessità.

Da un punto di vista grammaticale, il cervello bilingue diventa precocemente abile a ragionare su variazioni linguistiche e grammaticali, ossia ciò che si definisce: consapevolezza metalinguistica. Inoltre il bambino sarà stimolato da un punto di vista cognitivo, e questo faciliterà l’apprendimento di ulteriori lingue.

Le persone bilingui sviluppano poi una superiore sensibilità comunicativa che le spinge a monitorare gli accorgimenti linguistici da seguire, che le porta a essere più attente ai bisogni dell’interlocutore, e a prestare maggiore attenzione anche ai segnali non verbali.

E ancora, nel bilinguismo infantile la capacità di concentrazione che viene sviluppata dal bambino per evitare che le due lingue gli si “mescolino” nella mente, lo allena naturalmente all’attenzione anche nello svolgimento di compiti non linguistici.

Inoltre, come suggeriscono i ricercatori, parlare un’altra lingua anche in maniera parziale potrebbe aiutare a evitare la demenza. Gli scienziati ritengono che parlare una lingua straniera eserciti il cervello e fornisca la stimolazione mentale necessaria per prevenire il declino cognitivo.

Un'analisi degli studi esistenti ha rilevato che alle persone bilingui viene diagnosticata la demenza in media da cinque a sette anni dopo rispetto alle persone che parlano una singola lingua. Un altro studio che ha esaminato gli esperimenti cognitivi ha dimostrato che più una persona è lunga e fluente in una seconda lingua, migliore è la protezione.


Lucia

martedì 12 marzo 2024

QUALI SONO LE MINORANZE LINGUISTICHE IN ITALIA E DOVE SONO?

In Italia si parlano 12 lingue ufficialmente riconosciute, oltre all’italiano. Da nord a sud, circa 3 milioni di persone, distribuite in mille comuni di 14 regioni diverse, conservano ancora memorie e uso degli idiomi degli antenati. Sono le cosiddette minoranze linguistiche, una preziosa eredità culturale, ricca di differenze, testimone della tradizione multiculturale del nostro paese e della nostra storia di ponte tra l’Europa continentale e il Mediterraneo.

Le minoranze linguistiche in Italia vengono identificate generalmente in zone di confine come per esempio la Val d'Aosta, dove risiede una numerosa comunità germanofona.

Sono anche riconosciute come minoranze linguistiche quelle comunità insediate da molto tempo in Italia (come quella greca e quella albanese nel nostro Meridione) che continuano a usare le lingue del proprio paese di provenienza. Il griko è, per esempio, la variante di greco che si parla in alcune zone del Salento.

In altri casi, sono state riconosciute come lingue a sé e da tutelare quelle di zone con un'identità geografica e storica molto diverse da quelle italiane, come nel caso della Sardegna e del Friuli-Venezia Giulia.

Le lingue di minoranza riconosciute ufficialmente in Italia sono: albanese, catalano, lingue germaniche, griko, croato, francese, franco provenzale, occitano, ladino, friulano, sardo e sloveno.




Cosa dice la legislazione italiana a tutela delle minoranze linguistiche?

La tutela delle minoranze linguistiche è parte integrante della Costituzione Italiana, che la esprime negli articoli 2, 3, 6 e 8.

In tali articoli, e in alcuni aggiunti successivamente, si mette in essere un'ampia e puntuale disciplina dell'insegnamento pubblico delle lingue minoritarie da tutelare.

Nel 1999 è stato anche postulato come negli uffici delle amministrazioni pubbliche dei territori dove sono presenti minoranze linguistiche sia ammesso l'uso orale e scritto delle lingue tutelate.

In quegli stessi territori è inoltre utilizzata una segnaletica pubblica e stradale bilingue, che valorizza anche la toponomastica tradizionale.

Infine, per chi lo volesse, è assicurato il diritto di ripristino di nomi e cognomi della lingua originaria qualora i cittadini siano stati obbligati in passato a “italianizzare” i propri nomi e cognomi.

Con una tale ricchezza culturale e linguistica, in Italia si richiedono spessissimo traduzioni di documenti ufficiali in lingue di minoranze linguistiche riconosciute: è un segno di rispetto e di inclusione radicato nella nostra legislazione fin dalla sua nascita.


Lucia









La Costiera Almalfitana: un paradiso terrestre a due passi da Napoli.

 

Scogliere scoscese, pendii ripidi e il mare: l'Amalfitana è probabilmente una delle strade costiere più belle ed emozionanti del mondo. Lunga circa 50 km, molto stretta e piena di tornanti, essa non è adatta a tutti i guidatori: in alcuni punti è così stretta che due auto riescono a passare a malapena l'una dall'altra e, con un'altezza di circa 100 m sul livello del mare, sembra di guidare costantemente lungo un precipizio. Ma i panorami mozzafiato che offre sono il motivo della sua popolarità.







La Costiera Amalfitana vanta un passato glorioso: ad Amalfi fu fondata la prima repubblica marinara d'Italia, con influenti relazioni commerciali con la Siria e il Nord Africa. Ben presto, però, le concorrenti Pisa e Genova si misero al passo e spinsero la regione alla rovina economica.


Per secoli, il paesaggio costiero tra il Mar Tirreno e i Monti Lattari è rimasto assopito. Si è "risvegliato" solo negli anni Cinquanta del XIX secolo, con la costruzione dell'Amalfitana. Persone provenienti da tutta Europa scoprirono la bellezza di questo paesaggio aspro e selvaggio. Le ripide scogliere, le strette baie e le terrazze con vino e limoni hanno ispirato pittori e artisti.


Il nostro viaggio lungo la Costiera Amalfitana ci porta da Positano a Vietri sul Mare. La stretta strada si snoda tra i pittoreschi paesini addossati alla roccia. Positano è caratterizzata da vicoli ripidi e numerose scale, un elemento costante in questa zona.


Fino alla costruzione della strada statale 163 Amalfitana, il borgo era accessibile solo via mare o attraverso stretti sentieri di montagna. Molte boutique vendono abiti secondo la "moda Positano", uno stile di abbigliamento nato qui. I pezzi - tra cui camicie annodate, pantaloni al ginocchio e sandali in cuoio - sono caratterizzati principalmente dall'uso di materiali naturali e da disegni colorati.








Alla fine del paese inizia l'Amalfitana vera e propria. A sinistra si ergono i Monti Lattari, a destra ci accoglie l'arcipelago Li Galli, con le sue tre isole (Gallo Lungo, La Rotonda e Dei Briganti). Nel mezzo, si susseguono viadotti, gole e borghi incantati come Praiano. Per raggiungere Amalfi, Minori e Maiori si scende al livello del mare.



Amalfi è uno dei centri turistici più importanti dell'Italia meridionale. Tuttavia, nei mesi estivi è consigliabile evitare Amalfi perché ingorghi chilometrici rovinerebbero il piacere della guida. Il periodo migliore per viaggiare è sicuramente la tarda primavera o l'autunno, quando le folle di turisti se ne sono andate ma i raggi del sole scaldano ancora.






Ad Amalfi vale la pena fare una deviazione per visitare il duomo e la Grotta dello Smeraldo, che si trova a pochi chilometri a ovest della cittadina. Dall'Amalfitana si arriva alla grotta scendendo delle gradini, ma è più rilassante esplorare l'interno in barca. Durante il periodo natalizio viene allestito un presepe sott'acqua.

L'ultimo comune della Costiera Amalfitana è la località balneare di Vietri sul Mare. Il punto finale della Costiera Amalfitana si trova ai piedi del Monte Liberatore. Il simbolo della città, la Cattedrale di San Giovanni Battista, con il suo bel campanile, sorge sul punto più alto del centro storico.



Che ne pensate? 

Fateci sapere! 


Paolo.

ELEZIONI SARDEGNA 2024

 Si sono concluse con un fotofinish le elezioni regionali della Sardegna per la presidenza della regione che hanno visto la vittoria di Alessandra Todde sul principale sfidante di centrodentra Paolo Truzzu. 

La candidata del centrosinistra ha commentato la sua vittoria in una breve conferenza dicendo: «Sono orgogliosa di essere la prima donna presidente della regione. Dopo 75 anni siamo riusciti a rompere questo tetto di cristallo. Ringrazio anche tutte le donne della mia squadra per il ruolo che hanno avuto e per il compito che hanno svolto»

Fino alla fine dello spoglio, la sfida tra la candidata del campo largo Todde e il rappresentante della destra è stata un clamoroso testa a testa. Su Truzzu ha pesato il voto disgiunto: con 1.844 sezioni scrutinate la coalizione di centrodestra ha raggiunto il 48,8 per cento, il candidato presidente imposto da Meloni a discapito di quello della Lega ha conquistato quasi quattro  punti in meno.

Al contrario Todde ha trainato la lista di centrosinistra che ha raccolto il 42,6 per cento di preferenze. Mentre il risultato era ancora incerto, la segretaria del Pd Elly Schlein e il leader del M5S Giuseppe Conte sono volati a Cagliari, nella speranza di poter festeggiare la vittoria elettorale nella prima regione andata al voto nel 2024.

Osservando i risultati è possibile osservare che la candidata del centrosinistra ha il sostegno dei maggiori centri urbani:

- Todde espugna Cagliari. Con 158 sezioni su 173 scrutinate la deputata di M5s va verso la vittoria con il 51.42 per cento, mentre l’esponente di Fdi, sindaco della città si ferma al 38.29 per cento.

- Todde stravince nella sua città Nuoro con il 53,8 per cento delle preferenze staccando Truzzu di più di 20 punti (32,8 per cento).

- A Sassari Todde conduce con il 53,5 per cento dei voti mentre Truzzu è dato al 36,3 per cento.


SAPETE COME CUCINARE LA VERA CARBONARA? La ricetta facile e veloce da leccarsi i baffi!

  Carbonara , ricetta perfetta per preparare la  Pasta alla Carbonara   come la servono a  Roma ,  ricca e cremosa ! Per preparare   la ver...