mercoledì 31 maggio 2023

POESIA

 

Ci sono persone larghe,

non grasse, larghe,

invadono tutto;

uscite, scale, marciapiedi...

occupano tutti i tavolini all'aperto

e manco per caso trovi un biglietto per il cinema,

si sposano quattro, cinque volte...

si fidanzono in 33.459 occasioni,

finiscono la carta igienica

e le scarpe del tuo numero,

le mutandine taglia "M"

e le melanzane,

giusto quel giorno in cui, volentieri

avresti voluto preparare

una bella parmigiana per mangiarla al mare,

ma non fa nulla,

dove si allargano di più è proprio lí,

col cavolo che ci avresti trovato posto tu!

Un giorno uscirò di casa,

prenderò a calci in culo tutte le persone larghe

e calma e rilassata come chi appena

ha finito la penitenza dei propri peccati,

seduta su una panchina finalmente libera,

mi chiederò perché non sei stato tu una persona larga,

ad invadere ogni angolo della mia vita.


Julia López Barrio 1C2

lunedì 29 maggio 2023

Metal italiano e risate spagnole con i Nanowar of Steel

Martedì 9 maggio è stata una seratona per gli amanti del rock demenziale grazie all’esibizione dei Nanowar of Steel alla sala concerti 16 Toneladas, a Valencia, in occasione del loro tour "Death to False Tours". Ma questi qui, chi sono?

Si tratta di una band italiana di metal con testi comici che ha alle spalle ben 20 anni di carriera e che canta principalmente in inglese, ma anche in italiano e spagnolo. Il loro carattere beffardo è già dimostrato dal nome, un riferimento alla band Manowar e ai Rhapsody of Fire (quando, per questioni legali, hanno dovuto cambiare il nome da Rhapsody a Rhapsody of Fire, i Nanowar hanno aggiunto "of Steel" al loro nome).

Nanowar of Steel

Questa è la formazione della band:

- Potowotominimak (Carlo Alberto Fiaschi) - voce principale

- Mr. Baffo (Raffaello Venditti) - voce, cori

- Mohammed Abdul (Valerio Storch) - chitarre, tastiere, voce

- Gattopanceri666 (Edoardo Carlesi) - basso

- Uinona Raider (Alessandro Milone) - batteria, voce

 

Tra i temi preferiti dal metal si trova l'epica, e i Nanowar of Steel sono specialisti nel conferire a temi mondani queste caratteristiche, come nel caso delle due canzoni eseguite in italiano nel corso della serata.

Da una parte, "La Polenta Taragnarock" mescola questo tipico piatto italiano con elementi della mitologia norrena (da cui il "-ragnarock" del titolo). Inoltre, la versione registrata in studio di questo brano ha per protagonista il conduttore e attore Giorgio Mastrotta, al quale la band aveva già dedicato una canzone.

Dall'altra, hanno interpretato "Il cacciatore della notte", una canzone dedicata al barbagianni per la cui esecuzione Potowotominimak si è travestito da questo uccello ed è sceso dal palco per ballare tra il pubblico.

Il cacciatore della notte

Uno dei momenti più attesi del concerto è stata l'esecuzione del brano "Norwegian Reggaeton", con la partecipazione del gruppo spagnolo Gigatrón (considerato da molti l’equivalente nostrano dei Nanowar), che già nel 2018 ha collaborato con la band italiana in questo single che li ha resi noti nella comunità ispanofona. La canzone, ricca di riferimenti a gruppi metal, ha una strumentazione metallica con un ritmo latino e un testo semplice ma esilarante (con frammenti in spagnolo) che fonde luoghi comuni di tutti e due i generi.

Charly Glamour, cantante dei Gigatrón,
ospite speciale durante "Norwegian Reggaeton"

E per salutare alla grande hanno eseguito "Valhalleluja", un misto di metal e gospel in cui il dio Odino confessa di aver abbandonato le guerre per dedicarsi alla costruzione di mobili Ikea. Mentre il pubblico intonava i nomi dei mobili del noto marchio scandinavo come se fosse una celebrazione religiosa, sul palco hanno costruito un tavolo che è stato poi passato agli spettatori.

L'ennesimo momento surreale del concerto
durante l'esecuzione di "Valhalleluja"

Si è conclusa così una serata di martedì fuori dall'ordinario e difficile da dimenticare, con il desiderio di rivedere dal vivo questo gruppo, tanto ricco di suoni e forza quanto di riferimenti culturali e di comicità.

Va fatta una menzione speciale agli americani Tragedy, il gruppo di apertura per la maggior parte di questo tour, che si focalizza su rivisitazioni sempre in chiave metal di brani degli anni '70 e '80, tra cui i mitici "Stayin' Alive" dei Bee Gees, "It's Raining Men" delle Weather Girls e "I Will Survive" di Gloria Gaynor.

Miguel 🎸

lunedì 22 maggio 2023

Film in italiano al cinema BABEL

Martedì 23 maggio, alle 19:30 ci sarà la presentazione del film Buongiorno a tutti, IL COLIBRÌ, della regista Francesca Archibugi. Il film, tratto dal romanzo di Sandro Veronesi, sembra sia molto bello, ma a alto tasso emotivo, o almeno così riferisco quelli che lo hanno già visto in Italia. 

Alla fine della proiezione ci sarà anche un colloquio con la regista che sarà collegata in video.

http://www.cinesalbatrosbabel.com/als1viri.html



In questi giorni, sempre al Babel, stanno proiettando il film LE OTTO MONTAGNE, tratto dal romanzo di Cognetti. 




Buona visione!




domenica 21 maggio 2023

Racconto: Mio caro alluce


Carissimi, 

abbiamo iniziato ad ospitare sul nostro blog i contributi di alcune studentesse del livello C2. Abbiamo già letto letto l'interessantissimo articolo di Mar Bayo sull'uso dell'inglese nella lingua italiana e ora vi proponiamo un testo di Julia López Barrio che ci porta con sé in un mondo tra il sogno e la realtà. 

Se volete scrivere sul nostro blog, fatelo sapere alle vostre insegnanti e vi ospiteremo volentieri.

Ed ora, gustatevi questo bel racconto!

Gio

Mio caro alluce

Ho fatto un sogno molto strano. Mi stavo depilando le gambe, fatto già strano in sé; non ho peli. Ero in bagno, c’era tanta luce, le piastrelle erano bianche con un piccolo friso blu e una grande finestra. Vedevo una mia gamba, la destra, avevo in mano un rasoio che scivolava su e giú su di essa. Ad un certo punto il rasoio è diventato elettrico, ma lo gestivo abilmente, anche se a poco a poco la velocità aumentava. Quando sono arrivata alla caviglia, non so cosa ho fatto, un attimo buio e col rasoio mi son tagliata il pollicione. Mi sono spaventata, lo vedevo per terra, staccato da me, non c’era sangue, l’unico rosso era quello dello smalto sull'unghia, il rasoio ancora mi tremava in mano, come mi tremavano i pensieri. Ce n’erano tanti; avrei camminato con garbo? O sarei diventata mezzo zoppa? Mai più sandali? Allora, in un atto di maturità e consapevolezza, mi sono venute in mente le raccomandazioni mediche, che tante volte avevo sentito in tv, quando un membro subisce un trauma del genere:

 1- prendere una busta di plastica e riempirla di ghiaccio

2- mettere questa busta ben chiusa, in un’altra

3- mettere il membro in quest’ultima, in modo che sia fresco e

non tocchi direttamente il ghiaccio

4- avvolgere in un telo pulito il segmento corporeo amputato

5- correre in ospedale

Ma ero cosí impaurita che non riuscivo a muovermi, dovevo fare in fretta, altrimenti il membro si sarebbe necrosato e non si sarebbe potuto rimpiantare. Questo pensiero e la visione del mio dito per terra mi innervosiva ancora di più, ero bloccata dallo spavento, dalla paura, dalla mia trascuratezza, pasticciona, cosa ho combinato...!?

Ero seduta per terra, a pensare, cercavo di organizzare la ricerca di tutto quello che mi serviva: bustine, ghiaccio, una garza per avvolgere il ditone... all'improvviso mi è venuto in mente la mia facoltà di manipolare i sogni, lo faccio sin da piccola. Quando in sogno sto per fare una cazzata, piacevole si intende, ma che non dovrei fare perché le conseguenze potrebbero essere catastrofiche, mi dico; Cara stai sognando, fai pure, allora felicemente vado avanti, senza sensi di colpa. Lo stesso quando il sogno è un incubo, una vocina mi dice; non aver paura, quest’orrore non é vero, stai sognando. E anche se di solito non mi sveglio, mi sento subito sollevata, serena. Non fa nulla, è un sogno. Purtroppo questa volta la vocina, mi ha tradita, non si è fatta sentire, era tutto vero.

Non sarei arrivata in tempo all’ospedale, non trovavo nulla, dove sono le bustine di plastica, il ghiaccio, le garze? Guardo il mio dito, guardo il mio piede mutilato, non c’è  sangue, è tutto pulito, nitido. È ancora rosa e l’amputazione è stata netta, sono in tempo mi dico, ma devo correre o tra po’ la necrosi lo farà diventare nero e per cuando il chirurgo del reparto sia bravo, non potrà fare nulla. Lo butteranno nei rifiuti speciali o gli arti amputati vengono smaltiti dall'ospedale o sono a disposizione del paziente per la sepoltura o la cremazione dell'arto? Quest’ultima possibilità mi pare troppo esagerata per un dito, anche se il dito è il mio, se fosse stata tutta la gamba, ci avrei pensato, ma un dito? Che lo buttino nella spazzatura.

Oddio, pensieri e pensieri, ma mettiti in moto, ce la farai, certo se corri....

Al risveglio ho avuto paura di toccarmi un piede con l’altro piede, ho avuto paura di aprire gli occhi e trovarmi in ospedale, dopo qualche secondo ho capito che ero nel mio letto, era stato un sogno. Mi sono stiracchiata lentamente, ho allargato le dita dei piedi, li ho mossi ripetutamente, c’erano tutti. Dopo, ho ricostruito il sogno per non scordarlo.

I sogni ci dicono cose, ma non cose esoteriche di altre dimensioni, ci dicono cose di noi stessi, i sogni siamo noi, parlando a noi, perciò spaventano o almeno aspaventano me. Veramente mi dicono delle cose bizzarre. Secondo me, lo so che non sono proprio Freud, ma direi che l’alluce eri tu, amore mio, infatti, è il dito più grande e più grosso, se avessi sognato l’amputazione del mignolino, cosí piccolino, insignificante e riservato com’è, non avrei mai capito cosa significasse il sogno.

Julia López Barrio 1C2


domenica 14 maggio 2023

Dal "bello" al "biùtiful"

 

Carissimi, 

abbiamo iniziato ad ospitare sul nostro blog i contributi di alcune studentesse del livello C2. Qui di seguito potete leggere l'interessantissimo articolo di Mar Bayo sull'uso dell'inglese nella lingua italiana. 

Se volete scrivere sul nostro blog, fatelo sapere alle vostre insegnanti e vi ospiteremo volentieri.






Meeting, call, coffee-break, weekend, make-up, managerLa lingua italiana è sempre più piena di anglicismi. Forse per pigrizia oppure per conformismo, gli italiani usano un’enorme quantità di parole straniere anche se l’italiano ha termini corrispondenti, spesso più efficaci, comprensibili e naturale.

L’italiano è una lingua molto più accogliente nei confronti delle parole anglosassoni di quanto lo siano altre lingue europee come, per esempio, il francese. Infatti, va da sé che il francese combatte con forza affinché le parole di derivazione inglese non entrino a far parte della lingua corrente, ma vengano sempre tradotte con un equivalente nativo.

Perché –ci chiederà Annamaria Testa, sociologa e accademica– diciamo “weekend” invece di fine settimana e ti faccio una “call” invece di un semplice “ti chiamo”? È forse un modo di sentirsi “cool” in un paese in cui il 50% della popolazione non spiccica una parola d’inglese? O forse dietro c'è un complesso di inferiorità?

Questa esperta di comunicazione, che ha firmato alcune delle campagne pubblicitarie più celebri della storia italiana, si è fatta promotrice nel febbraio 2015 dell’iniziativa #dilloinitaliano che mira a ridurre l’uso frequente e arbitrario di termini inglesi, il cosiddetto “itanglese”, in particolare nel linguaggio amministrativo, aziendale e pubblicitario.

In questa interessantissima conferenza TED, Annamaria Testa analizza con una certa ironia cosa sta accadendo alla lingua italiana. Dovremmo renderci conto che la lingua fa parte della nostra identità, delle nostre radici, della nostra storia e del nostro pensiero. Perderla, insomma, significa rinunciare a quello che siamo.

E tu, che ne pensi, my friend?

Un abbraccio,

Mar BM





martedì 2 maggio 2023

VACANZE 2023

 4 SPIAGGE PARADISIACHE IN SARDEGNA

Se non sapete ancora dove andare in vacanza, a sole due ore in aereo da Valencia troverete la Sardegna, un'isola italiana famosa in tutto il mondo per le sue spiagge spettacolari, che presentano un mix di mare cristallino, sabbia impalpabile e paesaggi mozzafiato.




STINTINO


Stintino è una localià balneare situata nella punta nord-occidentale della Sardegna.  Qui si trova la spiaggia della Pelosa, caratterizzata  da un fondale limpido e bassissimo per decine di metri, un mare placido cristallino e sabbia bianca morbida.


CALA GOLORITZÈ


La spiagga di Cala Goloritzè è circondata da scogliere calcaree e acque cristalline ideali per lo snorkeling, raggiungibile solo a piedi o in barca.


TUARREDDA


La spiaggia di Tuarredda è conosciuta per la sua forma a mezzaluna e la bellezza del paesaggio circostante. È una meraviglia della natura, una perla che richiama scenari caraibici, divenuta un simbolo indiscusso della Sardegna, grazie all'intenso azzurro dell'acqua, il verde degli arbusti e l'oro delicato della sabbia finissima.

CALA COTICCIO


La spiaggia di Cala Coticcio, conosciuta come la spiaggia del Principe, è famosa per la sua sabbia sottile e candida, quasi abbagliante. Le tonalià del mare cristallino sono incorniciate da scogli di roccia rosata e arbusti di macchia mediterranea. La spiaggia, una vera e propria piscina naturale, è conosciuta anche con il nome di "Tahiti".


Siete pronti a partire?

Ana




giovedì 30 marzo 2023

SPETTACCOLO SULLA GESTUALITÀ ITALIANA

Spettacolo sulla gestualità italiana

 (tempo di lettura 2 minuti)

Il giorno 13 Marzo 2023 abbiamo partecipato allo spettacolo sulla gestualità italiana, presentato da Simone Negrin presso la sala d'Actes IES Faitanar.

Non è stato solo uno spettacolo didattico ma è stato divertente e coinvolgente. Infatti, nonostante non ci fosse una particolare sceneggiatura, Negrin con la sua bravura ed esperienza è riuscuto a catturare l'attenzione del pubblico. 

Durante la serata, Negrin ci ha spiegato le teorie sulla nascita dei gesti:

  • la prima teoria  fa riferimento alla grande vastità di dialetti nella nostra penisola. Infatti, prima dell'unità linguistica, le comunità parlavano dialetti diversi ed era difficile comunicare; per questo, grazie ai gesti riuscivano a farsi comprendere più facilmente.
  • la seconda teoria  ipotizza che grazie alle famose "maschere" della commedia dell'Arte, espressione teatrale nata in Italia nel XIV secolo che valorizza la mimica e i gesti dell'arte comica, i gesti utilizzati sul palco siano poi stati integrati nel nostro parlato quotidiano. Gli spettacoli erano semplici comprensibili a tutti i cittadini.

Arlecchino

 Era molto arzillo, dinamico, intelligente da lui provengono i gesti della furbizia e della follia.




 Pantalone 

Mercante veneziano vecchio e taccagno, la sua postura era curva e nonostante la sua età stava sempre attento all'economia. Da lui provengono  i gesti dei soldi, degli affari e del rubare.




Negrin, inoltre, ci ha raccontato che dopo una serie di ricerche è riuscito ad identificare 100 gesti della cultura Italiana, che ha anche illustrato. Tra i gesti famosi, ha spiegato e chiarito l'unico significato della "MANO A CARCIOFO" ovvero quello della DOMANDA.



 Infine, ha concluso con il gesto "SUPER ITALIANO" che si fa con un movimento circolare dell'avambraccio e la mano aperta, dall'alto verso il basso, e a seconda del ritmo, della postura o del suono che lo accompagna, può avere cinque significati diversi:

  • esprimere abbondanza, bontà (spesso in senso ironico)
  • "che esagerazione!" 
  • "complimenti! bravo!"  (in senso ironco o polemico)
  • accettare senza convinzione ("e va bene") 
  • "ma che dici/Ma vai a quel paese!"


Bene, dopo un intero spettacolo dedicato ai gesti italiani abbiamo capito che in Italia per rendere credibile ciò che diciamo è necessario accompagnare le parole con il linguaggio del corpo. 

E voi, quanti ne conoscevate?



lunedì 27 marzo 2023

IL CIBO ITALIANO (parte 2)

IL CIBO ITALIANO

Adesso continueremo a parlare dei piatti tipici di ogni regione italiana.

OLIVE ASCOLANE → Marche

Esse sono ripiene di carne e poi fritte. 

Questo piatto risale all’Ottocento, quando i cuochi delle famiglie nobili hanno inventato questo ripieno per consumare le notevoli quantità di carne che avevano a loro disposizione.

CARBONARA → Lazio

Uova e guanciale sono gli ingredienti per eccellenza, assieme a formaggio pecorino e pepe. 

ARROSTICINI → Abruzzo

Gli arrosticini abruzzesi sono un secondo a base di carne di pecora. La carne viene tagliata in piccoli pezzi e poi cotta arrosto, per questo si chiamano “arrosticini”. 

La tradizione vuole che questo piatto sia stato inventato negli anni ’30 del 1900. Due pastori avevano una pecora vecchia, dunque la sua carne era un po’ dura e difficile da mangiare; per questo hanno deciso di tagliarla in piccoli pezzi, affinché fosse più facile da mangiare.

COMPOSTA MOLISANA → Molise 

È un piatto fresco, colorato ed estivo. È fondamentalmente una specie di insalata, con pomodori, peperoni, cetrioli, capperi e uova sode. Essa si completa con i tipici taralli molisani chiamati “vescottera” (il termine significa “cotti due volte”, infatti essi vengono prima lessati e poi infornati).

PIZZA → Campania

La pizza originale è caratterizzata dai tre colori della bandiera italiana: rosso del pomodoro, bianco della mozzarella e verde del basilico: si chiama Margherita. In ogni caso, esistono vari tipi di pizza, ognuna con ingredienti differenti e molto buoni.

ORECCHIETTE E RAPE → Puglia

Si tratta di un piatto che associa bontà, semplicità e leggerezza: le rape, un tipo di verdura, vengono abbinate con una pasta fatta a mano che ricorda un po’ delle piccole orecchie, da qui il nome “orecchiette”.

Nel 1500, quella di preparare le “recchjtedd” (termine del dialetto pugliese che indica proprio le orecchiette) era considerata una dote matrimoniale per le ragazze.


LAGANE E CECI → Basilicata

Si tratta di una ricetta antica, tramandata di generazione in generazione. Le lagane sono un tipo di pasta fresca come delle tagliatelle ma molto più larghe, di circa 2/3 cm. Unite ai ceci e alla passata di pomodoro, sono perfette soprattutto per una fredda serata invernale.

FILEI ALLA ‘NDUJA → Calabria

Questa tipica pasta calabrese è unita alla ‘nduja, che è un salame piccante molto particolare perché si può spalmare.

ARANCINI → Sicilia

Sono palle di riso con ragù, piselli e formaggio che vengono impanate e poi fritte. 

A proposito di questo piatto c’è una disputa antichissima: arancino o arancina? Maschile o femminile? La risposta dipende dalla città e dalla forma: nella zona di Palermo si chiamano arancine (quindi femminile) e hanno la forma di una palla, che ricorda un’arancia. Nella zona di Catania, però, cosi come anche nei dizionari di italiano, si chiamano arancini (quindi maschile) e hanno più la forma di una goccia.

PANE FRATTAU → Sardegna

In questo piatto molto particolare le fette croccanti del pane Carasau (pane tipico sardo) sono alternate con strati di sugo di pomodoro e formaggio pecorino. Alla fine si mette un uovo cotto in brodo di pecora.

E voi avete mai provato questi piatti? Se no, c'è qualcuno di questi piatti che vi attira?

Swami



IL CIBO ITALIANO (parte 1)

IL CIBO ITALIANO

Oggi parleremo dei piatti tipici di ogni regione italiana.

POLENTA CONCIA → Valle d’Aosta

Questo piatto nasce dall’unione di due prodotti tipici di quelle zone: polenta e fontina. La polenta, unita alla fontina (un tipo di formaggio), diventa perfetta per scaldarsi nelle lunghe e frette notti alpine.

TROFIE CON PESTO ALLA GENOVESE → Liguria

La Liguria, e Genova in particolare, è molto famosa per la preparazione di pesto, una salsina realizzata con basilico, pinoli, olio e aglio. Questo è da provare con le trofie, una pasta fresca tipica di queste zone che è arrotolata e per questo ricorda un po’ un cavatappi. Alcuni considerano le trofie la versione “povera” degli gnocchi, perché fatte solo con acqua e farina.

RISOTTO ALLA MILANESE → Lombardia

Questo piatto ha un caratteristico colore dorato, dato dallo zafferano, che dà un po’ l’idea di ricchezza. La ricetta risale al ‘500, quando l’assistente di un pittore, che amava particolarmente il colore dello zafferano, al matrimonio della figlia del suo capo si mise d’accordo con il cuoco per aggiungere dello zafferano al risotto con burro che sarebbe stato servito al banchetto. 

BAGNA CAUDA → Piemonte

Si tratta di un condimento fatto di aglio, olio e acciughe che accompagna verdure sia cotte che crude. Questo piatto tradizionale del Piemonte risale al Medioevo, quando nei periodi di freddo e carestia, i contadini preparavano questo piatto povero per trovare un po’ di sollievo dalla fame e dal freddo.

CANEDERLI → Trentino – Alto Adige

I canederli prendono il nome dal tedesco, dalla Baviera in particolare, dove si chiamano Knödel. Sono delle piccole palline fatte con pane impastato con ingredienti diversi da zona a zona, ma di solito speck, formaggio, latte e erba cipollina.

RISI E BISI → Veneto

A metà tra un risotto e una minestra, era un piatto tradizionale della Serenissima Repubblica di Venezia, che veniva preparato e offerto al Doge in occasione della festa di San Marco, il 25 aprile. Gli ingredienti principali sono il riso (“risi”) e i piselli (“bisi”).

FRICO → Friuli Venezia Giulia

Il frico è una specie di frittata a base di formaggio, patate e burro. Era il piatto tipico di boscaioli e contadini, i quali lo portavano con sé quando andavano a lavorare nei campi. Un piatto, quindi, povero e centrato sul risparmio.

TORTELLINI → Emilia Romagna

I tortellini sono una pasta ripiena con prosciutto, funghi o carne e sono perfetti con il brodo o il ragù. 

Il pechè di questa forma viene spiegata da una leggenda: nel 1200 arriva in una locanda una donna giovane e molto bella. Il proprietario della locanda accompagna la donna nella sua camera e, profondamente attratto dalla sua bellezza, rimane a spiarla dalla serratura della porta. A colpirlo particolarmente sarà l’ombelico della donna. Così al momento di preparare la cena, l’uomo ricorda quella meravigliosa immagine e tira la sfoglia proprio in modo da ricreare quell’ombelico. Decide poi di riempire la sfoglia di carne.

PANZANELLA → Toscana

La panzanella è un piatto estivo che non ha bisogno di cottura. Si tratta di pane raffermo, ossia pane risalente a 2 o 3 giorni prima, dunque non più croccante, ammorbidito con acqua a cui si aggiungono i gusti e i colori di cipolla rossa, basilico, olio d’oliva e aceto.

SALSICCIA DI NORCIA → Umbria 

Continua nella parte 2.

Swami

martedì 21 marzo 2023

Treccani inclusivo, ne siamo sicuri?

Il dizionario Dell'italiano Treccani é indubbiamente uno se non il piú conosciuto e consultato in Italia, ma la sua edizione del 2022 ha fatto parlare di sé piú del solito.

In questa edizione é stata apportata una novitá mai vista prima: col fine di combattere il maschiocentrismo tipico di tutti i dizionari, la Treccani ha deciso di includere il femminile tra i lemmi (le cosiddette "parole in grassetto") continuando a rispettare l'ordine alfabetico, facendo sí che un nome quale bambina accompagni ma preceda bambino, ma lasciando attore prima di attrice.

Chiaramente una scelta del genere ha sollevato pareri contrastanti. Da un lato si ha la gioia di persone che vedono in questa scelta un piccolo ma necesario passo verso una maggiore paritá di genere, perché mettendo in risalto e legittimando un termine si sta facendo lo stesso con il concetto da questo espresso. Dall'altro ci sono dei linguisti che sostengono che la scelta di mettere il lemma declinato al maschile singolare non abbia nulla a che vedere con il maschilismo, bensí risponde alla necessitá di avere delle regole che rendano la consultazione piú comoda, cosí come succede con i verbi che pur avendo numerose declinazioni vengono sempre presentati all'infinito.

Personalmente quando sono venuta a conoscenza del fatto ho pensato fosse una buona idea e un piccolo traguardo per l'inclusivitá, fino a che non ho appreso che anche lemmi come notaia, medica e soldata fossero stati inseriti. Nonostante sia ovvio che al giorno d'oggi anche donne ricoprano tali lavori, é pur vero che questi ultimi sono dei termini non usati e che quindi non rispecchiano la lingua reale. Capisco che si potrebbe rispondere che non utilizzando i nomi precedentemente elencati sia piú difficile immaginare donne realizzare professioni del genere, ed é per tale ragione che questi possono sembrare strani, ottenendo cosí un effetto "cane che si morde la coda". 

Alla luce di tutto ció mi viene quindi da concludere che, nonostante nelle nostre societá ci sia comunque un maschilismo radicato che é nessario combattere e la lingua di sicuro é un mezzo potente per farlo, é pur vero che in determinati contesti delle regole siano necessarie. In alternativa si possono  inserire entrambi i lemmi maschili e femminili ma separatamente (purché realmente utilizzati dalla maggioranza dei parlanti). Tale operazione potrebbe essere scomoda pensando ad un dizionario cartaceo, dato che questo raddoppierebbe o quasi il numero di pagine, ma considerando che la maggior parte degli usuari consulta la versione virtuale si potrebbe provare a introdurre la novitá prima online per valutarne il successo e in caso proseguire con la stampa in un secondo momento.

Qual é la vostra opinione al riguardo? Pensate questa scelta sia progressista o confusionaria?


Silvia

Internet: pro e contro

INTERNET: PRO E CONTRO

(tempo di lettura: 2 minuti)


Internet è diventato parte fondamentale della nostra vita, in poche parole possiamo affermare che ha rivoluzionato il nostro modo di vivere e di comunicare.

L’internet che conosciamo noi oggi, e di cui possiamo usufruire, nasce nel 1991 quando questa realtà da privata diventa pubblica e viene utilizzata soprattutto a fini commerciali, in poco tempo riesce a raggiungere tutto il mondo.

Ma perchè sempre più persone usano internet? Semplice, è diventato parte della nostra quotidianità.

In quanti al mattino si svegliano e la prima cosa che fanno è entrare su WhatsApp, oppure chiedono a siri “che tempo fa?”: tutte queste azioni sono collegate ad internet a alla nostra necessità di avere risposte immediate.

Questa richiesta è la conseguenza della cosiddetta società globalizzata, nata dall’intensificarsi di scambi continui su scala mondiale, scambi di comunicazione, di investimenti di merce, economici, sociali culturali, politici e tecnologici.

Possiamo dunque dire che internet ormai è diventato protagonista indiscusso di questo mondo.

Come abbiamo visto, è impossibile pensare che internet non abbia dei vantaggi: oltre che per essere collegati in un attimo con il resto del mondo è utile per leggere, fare ricerche, vendere, comprare ecc…

Pensiamo anche quanto sia stato utile nel periodo della Pandemia da COVID-19, in cui la didattica è stata stravolta e ha permesso, nonostante tutto, che la nostra vita continuasse.

Purtroppo però internet è un'arma a doppio taglio. Esistono minacce che avvengono senza un intento particolarmente maligno, come il fatto che i nostri dati personali vengono usati a fini commerciali; sfortunatamanete però si presentano insidie molto piu gravi come ad esempio le truffe, lo stalking o il cyberbullismo, quest’ultimo diffuso soprattutto negli adolescenti.

Gli adolescenti di oggi sono nativi digitali e per loro l’utilizzo di Internet rappresenta un’azione normale, perciò  sarebbe inutile privarli  dell’uso di internet. Al contrario,  ritengo che sia necessario  mettere in guardia i ragazzi sui rischi che si corrono mentre si utilizza un mezzo così potente. Oltre al cyberbullismo, in rete girano le challenge che spesso si sono rivelate  pericolose al punto da comportare rischi sulla vita. E se il danno fosse fatto? È fondamentale continuare a sotenerli facendoli capire che la bellezza e la popolarità non sono le uniche cose che contano al mondo. 

Quest'argomento mi sta particolarmente a cuore  perchè ritengo che gli adolescenti siano una categoria fragile e da tutelare, ed è compito dei piu grandi aiutarli a discernere cosa sia giusto o sbagliato.

Infine, è importante usare internet coscienziosamente affinchè nessun utente, grande o piccolo, si imbatta in situaziani sgradevoli e pericolose. 

Ma ora una domanda a voi: riuscireste a  fare a meno di Internet?


Ana




lunedì 20 marzo 2023

LA CAVALCATA

LA CAVALCATA

È un'antica manifestazione culturale e folkloristica che si svolge a Sassari, solitamente la penultima domenica di maggio, che consiste nella sfilata a piedi, a cavallo o sulle traccas (i caratteristici carri addobbati con fiori e oggetti della quotidianità), di gruppi provenienti da ogni parte della Sardegna. I partecipanti indossano il costume caratteristico del luogo di provenienza, spesso arricchito da elaborati ricami e gioielli in filigrana.


La manifestazione prosegue in pomeriggio nell'ippodromo cittadino dove cavalli e cavalieri si esibiscono in ardite pariglie e figure acrobatiche, per terminare in serata nella Piazza d'Italia con i canti e i balli tradizionali sardi, sulle note di launeddas e fisarmoniche, che si protraggono per buona parte della notte.

                                        

La prima edizione della Cavalcata risale al 1711, quando il Consiglio comunale di Sassari, sul finire della dominazione spagnola, deliberò di "far cavalcata" in omaggio al re Filippo V di Spagna. Alla manifestazione partecipò tutta la nobiltà sassarese, orgogliosa di mettere in mostra i propri costumi.

La manifestazione che possiamo ammirare oggi nasce invece il 20 aprile 1899, quando venne organizzata una sfilata di costumi sardi in onore di Umberto I di Savoia e della regina Margherita, giunti in città per l'inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II che Giuseppe Sartorio aveva innalzato in Piazza d'Italia. Di fatto fu un tributo al Re d'Italia da parte di tutto il popolo sardo, cosa non condivisa da tutti, essendo Sassari una delle prime roccaforti anti-monarchiche d'Italia. Tale manifestazione sarà poi ripetuta svariate volte in occasione delle visite dei reali a Sassari, come nel 1929, quando in città giunsero Vittorio Emanuele III e la regina Elena, e nel 1939, in occasione della visita del principe ereditario Umberto II di Savoia e della consorte Maria Josè.

Nel 1951, a guerra ormai conclusa, il sindaco di Sassari di quel tempo, fece rinascere la manifestazione, che da allora è diventato un appuntamento annuale della città.  Per l'occasione, alla sfilata, si aggiungono numerosi venditori di prodotti tipici e si svolge uno spettacolo di pariglie che si tiene nell'ippodromo comunale. Nel 1982 se ne organizzarono addirittura due, una delle quali in onore di Sandro Pertini, l'allora Presidente della Repubblica italiana.

Negli anni 2020 e 2021, a causa della pandemia di COVID-19, la manifestazione non si è svolta. La Cavalcata si è invece potuta svolgere nel 2022, ma per motivi organizzativi, invece della normale collocazione alla penultima domenica di maggio, è stata spostata alla prima domenica di settembre.

                             

                               

La Cavalcata è una delle tre principali feste della Sardegna in cui si riuniscono i gruppi folkloristici di tutta l'isola con la differenza, rispetto alle altre due - la Sagra del Redentore a Nuoro e la Festa di sant'Efisio a Cagliari, è l'unica ad avere un carattere laico.

                                   

Swami

SAPETE COME CUCINARE LA VERA CARBONARA? La ricetta facile e veloce da leccarsi i baffi!

  Carbonara , ricetta perfetta per preparare la  Pasta alla Carbonara   come la servono a  Roma ,  ricca e cremosa ! Per preparare   la ver...