Ciao ragazzi, oggi vi parlerò di una storia un po’ particolare e curiosa che potreste non conoscere, ovvero la storia del tricolore italiano, la nostra bandiera.
L’inizio della storia Poco dopo gli eventi rivoluzionari francesi, anche in Italia iniziarono a diffondersi estesamente gli ideali di innovazione sociale, a seguito della dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, e successivamente anche politica, con i primi fermenti patriottici. Per tale motivo la bandiera francese blu, bianca e rossa diventò prima riferimento dei giacobini italiani e in seguito fonte di ispirazione per la creazione di una bandiera dello stato italiano.
La successiva adozione da parte dei patrioti italiani del tricolore verde, bianco e rosso fu priva di contrapposizioni politiche.
La coccarda italiana tricolore
Le prime sporadiche dimostrazioni favorevoli agli ideali della rivoluzione francese, da parte della popolazione italiana, avvennero nell'agosto del 1789 con la comparsa di coccarde di fortuna costituite da semplici foglie verdi di alberi, che vennero appuntate sui vestiti dei manifestanti richiamando analoghe proteste avvenute in Francia agli albori della rivoluzione poco tempo prima dell'adozione del tricolore blu, bianco e rosso.
In seguito la popolazione italiana iniziò a usare coccarde vere e proprie realizzate in stoffa: al verde delle foglie degli alberi già impiegato in precedenza, vennero aggiunti il bianco e il rosso in modo da richiamare in modo più marcato gli ideali rivoluzionari rappresentati dal tricolore francese. Il verde venne poi mantenuto dai giacobini italiani perché rappresentava la natura e quindi anche i diritti naturali, ovvero l'uguaglianza e la libertà.
Nascita della bandiera
La bandiera italiana nasce come bandiera militare: nel 1796 un vessillo tricolore, ispirato a quello francese, identifica il contingente italiano dell'esercito di Napoleone, chiamato la Legione Lombarda, che fu quindi il primo reparto militare italiano ad avere come stendardo un vessillo tricolore. Secondo le fonti più autorevoli la scelta perpetrata dai membri della Legione Lombarda di sostituire il blu della bandiera francese con il verde è anche legata al colore delle divise della milizia cittadina milanese, i cui componenti indossavano un'uniforme di questa tonalità, ovvero un abito verde con mostrine rosse e bianche;
Con la trasformazione della Repubblica Cisalpina in Repubblica Italiana (1802-1805), un ente statale che non comprendeva tutta la penisola italiana e che era direttamente dipendente dalla Francia napoleonica, la disposizione dei colori sulla bandiera mutò in una composizione formata da un quadrato verde inserito in un rombo bianco, a sua volta incluso in un riquadro rosso: da questa bandiera ha tratto ispirazione lo stendardo presidenziale italiano in uso dal 14 ottobre 2000.
Con la sconfitta di Napoleone, nel 1814, il Tricolore fu abolito. Tuttavia, restò nella memoria degli italiani e più volte fu innalzato contro il governo degli austriaci. Con la caduta di Napoleone e la restaurazione dei regimi monarchici assolutistici, il tricolore italiano entrò in clandestinità, diventando simbolo dei fermenti patriottici che iniziarono a percorrere l'Italia, la cui stagione è conosciuta come Risorgimento. Addirittura per chi esponeva il tricolore italiano era prevista la pena di morte. L'obiettivo degli austriaci era infatti, citando le testuali parole dell'imperatore, di "fare dimenticare di essere italiani".
Il Regno di Sardegna
Nel 1848 il tricolore fu adottato nel regno di Sardegna dai Savoia, che vi inserirono il loro scudo (una croce bianca in campo rosso). Il re di Sardegna Carlo Alberto Di Savoia, quando scoppiò la prima guerra d’indipendenza,Il 23 marzo 1848, l'indomani della cacciata degli austriaci da Milano, assicurò al governo provvisorio della città lombarda bandiera militare un tricolore con lo stemma sabaudo sovrapposto sul bianco.
Però l’Italia era ancora divisa e sotto il controllo di diverse potenze.
Unità d’Italia
Con l’unità d'Italia (1861) il tricolore diventò la bandiera del Regno d’Italia. Durante la seconda guerra d’indipendenza le città che man mano venivano conquistate dal Re Vittorio Emanuele II di Savoia e da Napoleone terzo di Francia salutavano i due sovrani come liberatori in un tripudio di bandiere e coccarde tricolori; Il tricolore accompagnò anche i volontari della spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi. l'Eroe dei due Mondi, in particolare, aveva una deferenza e un ossequio assoluto nei confronti della bandiera italiana. È di questi anni il grande entusiasmo della popolazione nei confronti del tricolore: oltre che dall'esercito del Regno di Sardegna e dalle truppe di volontari che parteciparono alla seconda guerra d'indipendenza, la bandiera verde, bianca e rossa si diffuse capillarmente nelle regioni appena conquistate o annesse tramite plebiscito, comparendo sulle finestre delle case, nelle vetrine dei negozi e all'interno di locali pubblici come alberghi, taverne, osterie, ecc.
Epoca fascista
Con la marcia su Roma e l'instaurarsi della dittatura fascista la bandiera italiana perse la sua unicità simbolica venendo in parte oscurata dall'iconografia di regime. Quando veniva utilizzata, ne era snaturata la storia, dato che il tricolore nacque come simbolo di libertà e di diritti civili, mentre nelle cerimonie ufficiali iniziò a essere accostata ai vessilli neri fascisti, perdendo il ruolo di protagonista assoluta.
Bandiera dello stato fascista
La bandiera adottata dalla Repubblica Italiana
Con la nascita della Repubblica Italiana grazie al decreto del presidente del consiglio dei Ministri n°1 del 19 giugno 1946, la bandiera italiana venne cambiata; rispetto al vessillo monarchico fu eliminato lo stemma dei Savoia.
Attuale Bandiera italiana
“La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.”
Art.12 della Costituzione
L'articolo venne approvato dall'Assemblea Costituente senza discussioni o polemiche di sorta. I membri dell'Assemblea Costituente vennero colti da profonda emozione quando approvarono questo articolo: in segno giubilo e di rispetto, poco dopo l'approvazione, si alzarono in piedi e applaudirono lungamente. Il tricolore venne poi consegnato ufficialmente e solennemente ai corpi militari italiani il giorno dell’unità nazionale e delle forze armate.
Qui possiamo vedere parte del discorso che Giosuè Carducci tenne a Reggio Emilia il 7 gennaio 1897 nel centenario della nascita della bandiera Tricolore. Non vi troveremo spunti aggressivi, ma solo un profondo slancio ideale, morale, umano. E i tre colori, bianco, rosso e verde, rappresentano appunto l’emancipazione e la volontà di progresso di una nazione generosa ma divisa, dinamica ma umiliata da secoli di sottomissione e appiattimento alla volontà altrui.
“Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all’Etna; le nevi delle alpi, l’aprile delle valli, le fiamme dei vulcani. E subito quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la patria sta e sì augusta; il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l’anima nella costanza dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de’ poeti; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi.”
Giosuè Carducci
Spero che la storia della nostra bandiera italiana sia stata di vostro gusto e di avervi fatto interessare un po’ di più alla storia del mio paese, che è stata così lunga, complicata e piena di contrasti, che abbiamo in parte risolto con l’unità trovata sotto questi tre colori. Se avete piacere fatemi sapere la vostra opinione con un commento.
Un saluto a tutti,
Sergio
Nessun commento:
Posta un commento