martedì 21 marzo 2023

Treccani inclusivo, ne siamo sicuri?

Il dizionario Dell'italiano Treccani é indubbiamente uno se non il piú conosciuto e consultato in Italia, ma la sua edizione del 2022 ha fatto parlare di sé piú del solito.

In questa edizione é stata apportata una novitá mai vista prima: col fine di combattere il maschiocentrismo tipico di tutti i dizionari, la Treccani ha deciso di includere il femminile tra i lemmi (le cosiddette "parole in grassetto") continuando a rispettare l'ordine alfabetico, facendo sí che un nome quale bambina accompagni ma preceda bambino, ma lasciando attore prima di attrice.

Chiaramente una scelta del genere ha sollevato pareri contrastanti. Da un lato si ha la gioia di persone che vedono in questa scelta un piccolo ma necesario passo verso una maggiore paritá di genere, perché mettendo in risalto e legittimando un termine si sta facendo lo stesso con il concetto da questo espresso. Dall'altro ci sono dei linguisti che sostengono che la scelta di mettere il lemma declinato al maschile singolare non abbia nulla a che vedere con il maschilismo, bensí risponde alla necessitá di avere delle regole che rendano la consultazione piú comoda, cosí come succede con i verbi che pur avendo numerose declinazioni vengono sempre presentati all'infinito.

Personalmente quando sono venuta a conoscenza del fatto ho pensato fosse una buona idea e un piccolo traguardo per l'inclusivitá, fino a che non ho appreso che anche lemmi come notaia, medica e soldata fossero stati inseriti. Nonostante sia ovvio che al giorno d'oggi anche donne ricoprano tali lavori, é pur vero che questi ultimi sono dei termini non usati e che quindi non rispecchiano la lingua reale. Capisco che si potrebbe rispondere che non utilizzando i nomi precedentemente elencati sia piú difficile immaginare donne realizzare professioni del genere, ed é per tale ragione che questi possono sembrare strani, ottenendo cosí un effetto "cane che si morde la coda". 

Alla luce di tutto ció mi viene quindi da concludere che, nonostante nelle nostre societá ci sia comunque un maschilismo radicato che é nessario combattere e la lingua di sicuro é un mezzo potente per farlo, é pur vero che in determinati contesti delle regole siano necessarie. In alternativa si possono  inserire entrambi i lemmi maschili e femminili ma separatamente (purché realmente utilizzati dalla maggioranza dei parlanti). Tale operazione potrebbe essere scomoda pensando ad un dizionario cartaceo, dato che questo raddoppierebbe o quasi il numero di pagine, ma considerando che la maggior parte degli usuari consulta la versione virtuale si potrebbe provare a introdurre la novitá prima online per valutarne il successo e in caso proseguire con la stampa in un secondo momento.

Qual é la vostra opinione al riguardo? Pensate questa scelta sia progressista o confusionaria?


Silvia

1 commento:

Pilar Coronado ha detto...

Ciao Silvia, sono completamente d'accordo con te. E mi pare una ottima scelta quella de Treccani, perchè è vero una cosa, le robe "se non sono nominate, non esistono". Dobbiamo dare visibilità a questa realtà, e con gli attuali avanzi tecnologici si puó fare facilmente.

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