Le variazioni linguistiche hanno a che vedere con la storia d'Italia. Difatti, fino al 1861 mancava un’unità politica e prevalevano i dialetti. Dopo l’Unità d’Italia, la conoscenza dell'italiano era ancora molto scarsa, infatti, solo il 2/3 % della popolazione parlava italiano. Dopo il secondo dopoguerra l'italiano standard si è diffuso grazie alla scuola e ai mass media: radio, cinema e in particolar modo la televisione. Però, in questo periodo, nella penisola c'è ancora una realtà multilingue: presenza di parole in dialetto in un discorso in italiano.
Oggigiorno, la lingua italiana ha una stratificazione complessa:
-
l'italiano regionale: è il modo di parlare l’italiano nelle varie regioni ed è una varietá fondamentale della lingua italiana in quanto viene utilizzata quotidianamente da tutti i parlanti, nessuno parla l’italiano standard;
-
i dialetti italiani: sono una varietà non standardizzata ristretta all'uso orale entro una communità locale ed esclusa dagli impieghi formali ed istituzionali.;
-
le minoranze linguistiche storiche: gruppi di popolazione che parlano una lingua materna diversa dalla maggioranza da minimo 300 anni. Per esempio: il catalano parlato nella città di Alghero in Sardegna, il grico parlato in Salento e nel sud della Calabria e l’Arbëresh parlato in un centinaio di località del sud;
-
le nuove minoranze linguistiche: gruppi di popolazione che parlano una lingua materna diversa dalla maggioranza da pochi anni. Ad esempio: la popolazione straniera in Italia.
Nessun commento:
Posta un commento