"L'architettura
è un mestiere da uomini ma ho sempre fatto finta di nulla". Questo amava
ripetere Gae Aulenti, architetto e designer italiana, quando le veniva chiesto
di parlare del suo lavoro. Nata nel 1927 in Friuli, Gaetana (questo è il suo
vero nome), si è spenta pochi giorni fa a Milano lasciando in eredità un gran
numero di opere, molte delle quali famose in tutto il mondo e considerate veri
capolavori.
I suoi esordi risalgono agli anni Cinquanta, quando in Italia
l'architettura era un'arte riservata quasi esclusivamente agli uomini. Nel
dopoguerra l'architettura italiana era impegnata nel recupero dei valori del
passato e dell'ambiente costruito esistente e questo ha influenzato la sua formazione.
In quegli anni nasceva la nuova corrente del Neoliberty, della quale Gae
Aulenti diventerà una dei massimi esponenti.
In Italia ha diretto il restauro di Palazzo Grassi a Venezia e delle
Scuderie del Quirinale a Roma.
A Milano, sua città adottiva fin dagli studi
universitari, ha dato un nuovo volto alla Stazione Nord e un aspetto di calma
ed efficienza alla piazza antistante, nella quale ha fatto collocare una
gigantesca installazione denominata "Ago e filo", omaggio alla
laboriosità e creatività della città, tempio della moda.
Il suo lavoro più famoso ed apprezzato è sicuramente
il restauro della Gare d'Orsay a Parigi e l'allestimento del museo con il tema
floreale delle lunette della volta e la lampada "Pipistrello" che ha richiami
Art Nouveau.
Le sue opere si possono ammirare in molte città del mondo, perfino a Tokyo,
dove progettò l'istituto italiano di cultura, o a Barcellona, dove modernizzò il
Museo d'arte catalana.
Tra le sue passioni c'era anche il teatro, nel quale
ha lavorato come regista e costumista. Ha partecipato attivamente alla vita
artistica intellettuale del Paese.
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