Chissà se aveva davvero ragione Ovidio: «Crudelitas in animalia est tirocinium crudelitatis contra homines», «la crudeltà contro gli animali è un apprendistato della crudeltà contro gli uomini». O il professor Albert Einstein: «Vivisezione, nessuno scopo è così alto da giustificare metodi così indegni». Sono frasi assai citate dagli animalisti. Ma che Ovidio ed Einstein avessero ragione o no, il loro pensiero non sembra aver cambiato l'Europa: la sperimentazione animale è ancora oggi il perno della ricerca scientifica.
Il commissario europeo all'Ambiente dice: «È di cruciale importanza metter fine agli esperimenti sugli animali». I numeri dicono però che ci vorrà ancora molto tempo. Ogni anno, nei laboratori dell'Unione europea, si compiono esperimenti su oltre 12 milioni di animali. Dati del 2005, gli ultimi disponibili: su 12,1 milioni di animali in generale, 6.430.346 topi, 2.336.032 ratti, 31.535 criceti, 312.681 conigli e lepri, 3.898 gatti, 24.119 cani, 5.312 cavalli e asini, e così via. E ancora: proscimmie e scimmie di piccole-medie dimensioni come le «saimiri» brasiliane, 10.443; grandi scimmie antropomorfe come l'orango, lo scimpanzé e il gorilla: zero (da anni, la Ue vieta ogni esperimento su di loro); serpenti e tartarughe, 2.477; pesci, 1.749.178.
Negli Stati della zona euro, dal 2002 al 2005 il numero degli animali-cavia è aumentato di 399.279 unità, pari al 3,1%. I roditori sono il 77,5% del totale. Seguono gli animali a sangue freddo (15%) e gli uccelli (5,4%). Alcune specie sono calate: criceti, capre, proscimmie, quaglie e rettili erano prima il 40% del totale e sono ora il 22%. È invece aumentato del 36% il numero dei bovini. E sono comparsi «nuovi» animali: foche, lontre, scoiattoli, pappagalli, uccelli diamantini. In due parole: nei laboratori si agita un mare di pellicce, gusci, pelli e scaglie, che per gli animalisti cela un massacro intollerabile, e per i ricercatori è una miniera di conoscenza indispensabile per battere le malattie.
Lo scontro ruota su due domande: è giusto, eticamente, far soffrire un essere capace di soffrire? E quanto questa sofferenza può essere giustificata dalla sua utilità scientifica? Una prima risposta è appena giunta da Bruxelles, con il bando dei test nel campo dei cosmetici. La stessa Commissione propone di aggiornare la direttiva già esistente sulla sperimentazione animale, e si promette di migliorare le condizioni ambientali nei laboratori.
Lo scontro ruota su due domande: è giusto, eticamente, far soffrire un essere capace di soffrire? E quanto questa sofferenza può essere giustificata dalla sua utilità scientifica? Una prima risposta è appena giunta da Bruxelles, con il bando dei test nel campo dei cosmetici. La stessa Commissione propone di aggiornare la direttiva già esistente sulla sperimentazione animale, e si promette di migliorare le condizioni ambientali nei laboratori.
Per gli animalisti non basta, puntano il dito contro «le lobbies farmaceutiche».
La Coalizione europea per l'abolizione degli esperimenti sugli animali, vorrebbe vietare i test su tutte le scimmie, grandi e piccole. Troppo presto, dicono gli esperti incaricati dalla Ue: «oggi l'uso di primati non umanoidi è essenziale per il progresso scientifico in diverse aree importanti della ricerca sulle malattie». In particolare, «nella comprensione di malattie infettive come l'Hiv-Aids», per le quali queste scimmie sono «l'unica specie suscettibile» (di contrarre il virus, ndr) e perciò «l'unico modello animale utile per studiare la malattia, e per sviluppare vaccini e terapie sicuri ed efficaci».
Conclusione: «Gli animali dovrebbero essere usati nella ricerca medica quando è inevitabile e quando non sono disponibili validi metodi alternativi»: ma giungere a rimpiazzarli nei laboratori sarà «un processo lungo e difficile». Le posizioni sono dunque ancora distanti.
La Coalizione europea per l'abolizione degli esperimenti sugli animali, vorrebbe vietare i test su tutte le scimmie, grandi e piccole. Troppo presto, dicono gli esperti incaricati dalla Ue: «oggi l'uso di primati non umanoidi è essenziale per il progresso scientifico in diverse aree importanti della ricerca sulle malattie». In particolare, «nella comprensione di malattie infettive come l'Hiv-Aids», per le quali queste scimmie sono «l'unica specie suscettibile» (di contrarre il virus, ndr) e perciò «l'unico modello animale utile per studiare la malattia, e per sviluppare vaccini e terapie sicuri ed efficaci».
Conclusione: «Gli animali dovrebbero essere usati nella ricerca medica quando è inevitabile e quando non sono disponibili validi metodi alternativi»: ma giungere a rimpiazzarli nei laboratori sarà «un processo lungo e difficile». Le posizioni sono dunque ancora distanti.
Ma c'è anche chi intravede un compromesso. Per esempio Andrea Chiti-Batelli, propone: «È vero che molti esperimenti sono ancora utili e si devono fare (ma se ne fanno anche di molti inutili). E molti dovranno, per varie ragioni, essere ripetuti. Ma perché farli contemporaneamente in più centri di ricerca?».
(Adattato da Il Corriere. Immagini dal web)
2 commenti:
è vergognoso che la gente usi degli animali indifesi per curarsi e per farsi bella.
ci sono tanti animali migliori di tanti uomini.
Non mi pare corretto per quanto riguarda i cosmetici o prove inutili, tipo: facciamo fumare ad un cane delle sigarette per cercar di trovare una sigaretta meno dannosa o per vedere quali sono gli effetti se ne fuma 20 al giorno... cioè, ma se sappiamo che non è buono, a che serve??? per prove e ricerche di questo genere sono assolutamente contro.
Anch'io tante volte penso che molti animali sono migliori che molti esseri umani...
Ma sarei un'ipocrita se dicessi che rifiuterei una medicina, che salvasse la mia vita o quella di una persona a me cara, perché questa fosse stata provata su animali... e lo stesso se servisse per aiutare con dei problemi di una malattia. Quindi, d'accordo con questo, non posso che essere dell'idea che gli animali dovrebbero essere usati solo e unicamente quando non ci fosse un altra via e fosse assolutamente inevitabile.
Il che a me pare, non soltanto vergognoso, ma un oltraggio, è che tantissime di queste ricerche più che per salvare o aiutare nelle malattie, servono e hanno principalmente lo scoppo di fare soldi.
L'idea di Chiti-Batelli mi pare molto interessante, pur pensando che così, trovare una soluzione ad alcune malattie possa significare tempi più lunghi...
Comunque, sì penso che le leggi su questo argomento dovrebbero essere molto più curate e più rigide, perché fossero veramente usati quando non ci fosse un'altra possibilità.
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