lunedì 10 novembre 2008

GLI ITALIANI ABBRONZATI

Vista l'ultima polemica generata dalla nuova gaffe internazionale di Berlusconi (anche se non è stato l'unico del suo governo a fare battute di pessimo gusto), vi invitiamo a leggere l'ottimo articolo di Curzio Maltese apparso su La Repubblica e che riassume brillantemente le idee di molti italiani, alcuni dei quali hanno scelto di unirsi nella campagna sul web: www.notspeakinginmyname.com/


I bookmakers in questi casi non accettano scommesse. Da mesi, in previsione dell' evento storico dell' altra notte, si aspettava la prima gaffe di Silvio Berlusconi sul colore della pelle del nuovo presidente americano. Il Cavaliere non delude mai le peggiori aspettative e la battuta è arrivata. L' unica sorpresa è la tempistica.
Ad appena ventiquattr' ore dall'elezione il premier se n' è uscito con la storia di Obama «abbronzato». Non è la solita cafonata alla quale ci ha abituato e ci siamo ormai rassegnati da lustri. È una definizione grondante di razzismo.

Il peggior razzismo, quello semi inconsapevole e quindi assai autoindulgente che dilaga in Italia, fra la preoccupazione del resto del mondo. Una malattia sociale che un governo responsabile dovrebbe combattere, invece di sguazzarci con gusto.

Scontata la gaffe, ovvia la reazione. In simili frangenti Berlusconi adotta due reazioni standard. La prima: non l'ho mai detto. È la più assurda, ma paradossalmente efficace (in Italia). Come fai a discutere con uno che nega se stesso? La seconda è: l'ho detto ma non avete capito.

Stavolta ha usato questa. «Abbronzato era un complimento, una carineria» ha spiegato ai soliti cronisti bolscevichi. «E se non lo capite, allora andate a fare...».

Sommando così carineria a carineria. S'intende che «andare a fare» è detto con affetto. Con eguale affetto i giornalisti potrebbero ricambiare l' invito, ma probabilmente le giustificazioni valgono solo dall' alto verso il basso. Non stiamo a farla lunga. Non si tratta solo di vergogna. Chi ne ha ancora la forza? È piuttosto la disperazione di essere ogni volta precipitati in questo indegno pollaio. Gli elettori americani in un giorno hanno cambiato la storia del mondo. (...) E il contributo dell' Italia berlusconiana a questo grandioso dibattito qual è?

Questa miserabile trovata, volgare e razzista, senza neppure il coraggio dell' assunzione di responsabilità o la dignità di porgere le scuse. Non bastava la sortita a caldo del ministro Gasparri, il quale, confondendo le proprie ossessioni di ex fanatico fascista con la competenza internazionale, aveva commentato «sarà contento Bin Laden». Ci voleva pure lo strazio supplementare della "battuta" di Berlusconi, che ha ormai girato il mondo, con danno enorme per il Paese. In pochi minuti infatti la rete ha deluso la speranza residua, che non lo prendessero sul serio, come altre volte.

Come siamo abituati a fare qui, rassegnati a non scandalizzarci per lo scandalo, a non chiamare fascismo il fascismo, razzismo il razzismo. C'era stata la rincorsa provinciale ad appropriarsi di Obama. Tutti si proclamano o cercano l' Obama italiano, a destra e a sinistra. Quando in Italia un Barack Obama non avrebbe neppure il diritto di voto. I figli d' immigrati, 440 mila fra nati e cresciuti qui, non sono considerati cittadini italiani, per via del medievale ius sanguinis. Lo ricordiamo nell' ipotesi, piuttosto remota, in cui fra le centinaia di obamisti dell' ultima ora si trovasse un politico serio. Ecco l' occasione per proporre finalmente una legge civile in materia d' immigrazione.

A cominciare dal presidente del consiglio, i cui molti cantori hanno illustrato nei giorni scorsi alle masse ammirate le straordinarie analogie fra Berlusconi e Obama. Come non scorgere, del resto, l' assoluta comunanza delle due parabole. Il figlio di un pastore kenyano che arriva alla Casa Bianca a soli 47 anni e promette di cambiare il mondo. E l' uomo più ricco d' Italia che a 72 anni, con il solo aiuto del novanta per cento dei media da lui controllati, torna a Palazzo Chigi, dopo aver cambiato i capelli.

È naturale che Berlusconi abbia adottato Obama, ripromettendosi di dargli presto «buoni consigli». Incrociamo le dita perché non avvenga, nell' interesse stesso del premier. Non si sa come la Casa Bianca potrebbe reagire a una frase del tipo: «Vieni, abbronzato, che ti spiego come non farsi processare». Che fare? Vergognarsi per loro, ridere, piangere. Fingiamo pure che tutto sia normale.

Però quanto stringe il cuore ascoltare il nobile discorso dello sconfitto McCain: «Il popolo ha scelto. Ho avuto l' onore di salutare il nuovo presidente degli Stati Uniti. È una giornata storica». Non si potrebbe avere un giorno un conservatore come questo a capo della destra italiana, anche di seconda mano?

Ed eccolo in azione...



6 commenti:

mariajesus ha detto...

per più che cerco di capire come mai un personaggio simile possa essere il Premier di un paese come l'Italia, non ci riesco!! e poi rieletto!!

Anonimo ha detto...

No comment

Anonimo ha detto...

X Mariajesus: da italiano residente in italia credo che il vero problema è che gli altri sono peggio!!!

mariajesus ha detto...

sinceramente, dopo il "successo" di Prodi potevo aspettarmi Berlusconi da rieletto presidente...
Sarei d'accordo con te se mi dicessi che la scelta che avete non è un granché, che nessuno dei politici che avete ne vale veramente la pena... so che dovete scegliere tra le peggiori opzioni la migliore, però che quella fosse la migliore... a me rimangono i dubbi.

Anonimo ha detto...

Penso che sia fondamentale l`educazione e il rispetto. E considero il fatto che ci sono tanti egocentrici che rispettano solo se stessi. Come possiamo prendere sul serio uno che parla e parla e non rispetta mai nessuno? Berlusconi zitto stai sempre più bellino!
Asun

giove ha detto...

Asun, molti degli italiani contrari a Berlusconi si sono rassegnati al centro destra (anche votandolo) perchè dall'altra parte al momento non c'è alternativa ma quasi esclusivamente complicità...

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